XCIII
Tornando sotto il giogo [di Amore], di nuovo ne spera fama e riputatione.
Mentre al tuo giogo io mi sottrassi, Amore,
E fui ribello al tuo ch'è giusto regno,
M'hebbe Fortuna ingiuriosa a sdegno,
4Tronca la via di bello e d'alto honore,
Tal ch'io muto consiglio e dono il core,
Sacro la verde età, sacro l'ingegno
A le saette: ah, non ti spiaccia il segno
8Che non si volge al trapassar de l'hore.
Nè trovar lo potrai da Battro a Tile
Più costante a' tuoi colpi, o dolci o 'nfesti;
11E tu gloria n'havrai, Signor gentile,
Io pregio e fama, e dì men foschi e mesti.
E teco muterò suo duro stile
14Sorte nemica a' miei desiri honesti.
- 1. «Mentre al tuo giogo io mi sottrassi, Amore»: cioè alla servitù amorosa. Così il PETRARCA: «Dal bel giogo più volte indarno scosso». Et altrove: «Et un giogo quivi».
- 2a. «E fui ribello»: ad imitatione similmente del PETRARCA: «Così solinga e ribellante suole».
- 2b. «al tuo, ch'è giusto regno»: o lusinga la sua Donna, o chiama «giusto» il regno d'Amore, ov'egli sia moderato da la ragione.
- 3. «M'ebbe Fortuna ingiuriosa a sdegno»: «ingiusta» nel perseguitarmi, perch'io havessi fatto altro proponimento che d'amare.
- 5a. «Tal ch'io muto consiglio»: di nuovo fa proponimento d'amare, quasi l'amor si faccia per elettione.
- 7b-8. «ah, non ti spiaccia il segno | Che non si volge al trapassar de l'hore»: cioè il cuore, il quale è costante e fermo nel suo proponimento.
- 9. «Ne trovar lo potrai da Battro a Tile»: «Battro», termine estremo da l'oriente [come] VERGILIO «Atque ultima secum Bactra vehit»; «Tile» ultimo fine da l'occidente [come] l'istesso «Atque, ultima Tule».
- 11. «E tu gloria n'havrai»: doppia gloria si propone, l'una d'amante di bene amare, l'altra di poeta di ben poetare.
- 13. «E teco muterà suo duro stile»: spera che la Fortuna debba mutarsi con l'amare.