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Dichiara con la similitudine del fuoco e del fonte, come da un amore nascessero molti amori.

Voi che pur numerate i nostri amori
E per saldar la mia ragione antica,
Qual mi fosse benigna e qual nemica,
4E le mie vecchie colpe e i novi errori,
Non ha tanti l'aprile herbette e fiori,
Nè questo lido e questa piaggia aprica
Ha tante arene ove più il mar s'implica,
8Nè tanti bella notte almi splendori,
Quante fur le mie pene in breve gioco,
E quante le mie fiamme, e 'l cor nudrille
11Pur come faci d'un medesmo foco.
E sparse un fonte sol le dolci stille,
Ma non spense l'arsura o tempo o loco,
14D'Amor nascendo Amori a mille a mille.

  • . 1a «Voi, che pur numerate»: ne' due quadernari imita Anacreonte. I versi di ANACREONTE son questi: «Eἰς τνυς ἐαυτοῦ ἐροντας | ἠ φύλλα πάντα δενδρων | Επίσα σαι κατειπεῖν | Εἰ κμαθῶ θαλάασκος | Σε τῶ γεμῶν ἐρ των | Μόνον τνιῶ λογισκ᾿ ν». Ma ne' terzetti lascia l'imitatione e va poetando di propria inventione e con vaghe comparationi che possono esprimere il suo concetto.