CXXXVIII

Nel medesimo soggetto, fa comparatione di questi alberi con l'helitropio.

Già difendesti con ramose braccia,
Frondosa pianta, l'herbe e le viole
In verdi piagge o 'n selve ombrose e sole,
4Quando l'aria si scalda, e quando agghiaccia.
Hor credo ben, che di mutar ti piaccia
Paese e stanza: e come Clitia suole,
Sei tu per gratia volta al novo sole,
8Che le tenebre mie disperde e caccia,
Et a la bella porta, a cui d'intorno
Sparge sua luce. E s'io lei veggio aprirti,
11Stimo men chiara quella ond'esce il giorno.
Ma se cambiar mille amorosi spirti
Potesser le sembianze, al bel soggiorno
14Sempre verdeggiaranno i lauri e i mirti.

  • 1. «Già difendesti con ramose braccia»: «braccia» de le piante disse metaforicamente il Poeta, ad imitatione di quel verso «Annosaque brachia pandit».
  • 5a. «Hor credo ben»: assomiglia gli alberi piantati avanti la casa de la sua Donna a Clitia, altrimenti detta l'helitropio o 'l mirasole. La favola è raccontata da OVIDIO e nota a ciascuno.
  • 7a. «Sei tu per gratia volta»: rende la cagione de la similitudine.
  • 9a. «Et a la bella porta»: ne la comparatione assomiglia la porta de la sua Donna a quella d'oriente.