LV
Dice che l'anima sua, vaga di luce, vola al cielo, ma poi allettata da l'esca de' piaceri, si torna a pascere nel volto de la sua Donna.
L'alma, vaga di luce e di bellezza,
Ardite spiega al ciel l'ale amorose,
Ma sì le fa l'humanità gravose
4Che le dechina a quel, ch'in terra apprezza.
E de' piaceri a la dolce esca avezza,
Ove in sereno volto Amor la pose,
Tra bianche perle e matutine rose,
8Par che non trovi altra maggior dolcezza.
E fa quasi augellin, ch'in alto s'erga
E poi discenda al fin ov'altri il cibi,
11E quasi volontario s'imprigioni.
E fra tanti del ciel graditi doni,
Sì gran diletto par che in voi delibi,
14Ch'in voi solo si pasce, e solo alberga.
- 1. «L'alma, vaga di luce e di bellezza»: di luce non solamente sensibile, ma intellettuale, perchè ciascuno desidera naturalmente di sapere.
- 2. «Ardite spiega al ciel l'ale amorose»: la natural forza de l'ali, come dice PLATONE nel Fedro, è d'innalzar le cose gravi in alto, dove habitano gli Iddij e dove si veggiono maravigliosi spettacoli de la divinità e de l'ordine co 'l quale essi governano. Però chiama «ardite» l'ale, cioè ardita l'anima, la qual osi di spiegarle per vedere et intendere i misteri divini e celesti.
- 3. «Ma sì le fa l'humanità gravose»: cioè la natura del corpo materiale, da la quale ha principio la malitia: perchè la malitia, o la pravità, che vogliam dirla, è quella ch'aggrava l'ali.
- 4. «Che le dechina a quel, ch' in terra apprezza»: a le cose che piacciono al senso.
- 5. «E de' piaceri a la dolce esca avezza»: il cibo proprio de l'animo è la bellezza, la sapienza, la bontà: o più tosto il bello, il saggio et il buono de' quali nutrisce l'ali e l'accresce: ma per la bruttezza e per la malitia, e per le cose contararie, l'ali sogliono mancare. Il luogo dove si prende questo nutrimento è 'l campo de le verità, come dice PLATONE. Ma l'anima, che dechina a la sensualità, cerca l'esca de' piaceri nel volto de la sua Donna.
- 9-10. «E fa quasi augellin, ch'in alto s'erga | E poi discenda»: non gli caggiono perche non si pasce di malitia e di bruttezza: ma discende da l'alto volo incominciato, perchè il suo diletto non è puro, nè simplice intellettuale, ma in qual che modo è mescolato co' piaceri del senso.