CXLIV

Loda gli occhi bianchi.

De' vostri occhi sereni il dolce humore,
Quasi un candido mare, ha picciol fondo,
Sì che traluce al mio pensier profondo,
Con dolcissime voglie il nobil core.
Anzi, in quel lucidissimo candore
L'alma si scopre, e no 'l perturba Amore,
E non vi sono insidie, o scogli o sirti,
Nè fa tempesta d'amorosi spirti.

  • 1a. «De' vostri»: la bianchezza de gl'occhi, come afferma ARISTOTELE nel medesimo luogo, è cagionata dal poco humore, come avviene parimente nel mare il qual non sia di molta profondità. Laonde il Poeta con gentile artificio, in lodar l'opposto usa il luogo de l'opposto, perchè si manifesta in questi a guisa di fondo quello che ne gl'altri si nasconde, cioè il pensiero o la passione, o altra cosa sì fatta. È trattato questo luogo con molta vaghezza, per esperienza e per prova d'ingegno.
  • 7a. «E non vi sono»: havendolo assomigliato al mare, dice che non asconde gli scogli o le sarti sotto l'acqua et in somma loda la sincerità.