XLIX

Togliendo commiato da la sua Donna, sentiva dolore simile a quello che si sente nella morte, ma fu racconsolato da le sue parole.

Sentiva io già correr di morte il gelo
Di vena in vena et arrivarmi al core,
E folta pioggia di perpetuo humore
4M'involgea gli occhi in tenebroso velo.
Quando vidi io con sì pietoso zelo
La mia Donna cangiar volto e colore,
Che non pur addolcir l'aspro dolore,
8Ma potea fra gli abissi aprirmi il cielo.
- Vattene (disse) e se 'l partir t'è grave
Non sia tardo il ritorno, e serba in tanto
11Del mio cor teco l'una e l'altra chiave. -
Così il dolore in noi forza non have,
E siam quasi felici ancor nel pianto:
14O medicina del languir soave.

  • 1a. «Sentiva io già»: descrittione di grandissimo dolore, per lo quale si sentiva venir meno et insieme parea che perdesse la vista.
  • 5a. «Quando vidi io»: non l'haveva perduta a fatto, quando fu consolato da la sua Donna con l'aspetto e con le parole: con l'aspetto perchè mutò colore e questo fu segno di pietà, come si raccoglie dal PETRARCA ancora: «E 'l viso di pietosi color farsi | Non so se vero o falso mi parea». E più chiaramente in quell'altro luogo: «A me si volse in sì novo colore | C'havrebbe a Giove nel maggior furore, | Tolte l'arme di mano, e l'ira morta | [...] con le parole».
  • 9a. «Vattene (disse)»: quasi volendo intendere poich'è necessario.
  • 9b-10a. «e se 'l partir t'è grave | Non sia tardo il ritorno»: cioè sia la prestezza del ritorno argomento e fede che 'l partir ti rincresca.
  • 10b-11. «e serba in tanto | Del mio cor teco l'una e l'altra chiave»: il PETRARCA disse a Laura: «Del mio cor Donna, l'una e l'altra chiave | Havete in mano». A l'incontro la Donna celebrata in queste rime dice al Poeta: «e serba in tanto | Del mio cor teco l'una e l'altra chiave». Quasi l'officio de l'aprire e del serrare i cuori sia vicendevole. Per «chiavi del cuore» intende le persuasioni amorose, come intese PINDARO, ne l'Oda nona, dicendo: «Eὐθὺς ἀμείβετο· κρυπταὶ | Kλαίδες ἐντὶ σοφᾶς | Πειθοῖς ἱερᾶν φιλοτάτων | φοῖβε».