XXII

Ragiona co 'l suo pensiero, pregandolo che cessi da le sue operationi e che consenta che 'l sogno gli rappresenti la sua Donna.

Pensier, che mentre di formarmi tenti
L'amato volto, e come sai l'adorni,
Tutti da l'opre lor togli e distorni
4Gli spiriti lassi al tuo servitio intenti.
Dal tuo lavoro homai cessa, e consenti
Che 'l cor s'acqueti, e 'l sonno a me ritorni,
Prima che Febo, homai vicino, aggiorni
8Queste ombre oscure co' bei raggi ardenti.
Deh, non sai tu, che più sembiante al vero,
Sovente il sogno il finge e me 'l colora,
11E l'imagine ha pur voce soave?
Ma tu più sempre rigido e severo
Il figuri a la mente, et ei talhora
14La ritragge al mio cor pietosa e grave.

  • [1]. Il pensiero in tutti i tempi fa le sue operationi, ma più ne la notte che ne gli altri. Però il MOLZA disse: «Alto silentio, ch'a pensar mi tiri | In mezo de notturni e foschi horrori, | Cose, onde gli altri e me medesmo honori, | E viva dopo morte, et ami et spiri». Et in quella parte de la notte che i Latini chiamano Concubia, gli amanti scompagnati sogliono affettuosamente darsi in preda al pensier de' loro amori, laonde, dopo la descrittione de la meza notte, seguita VIRGILIO nel Quarto de l'Eneide la sua narratione con queste parole: «An non infelix animi phoenissa, nec unquam Solvitur insomnos, oculisque aut pectore noctem | Accipit, ingeminant curae rursusque resurgens | Saevit Amor». Però il Poeta nel medesimo tempo prega il suo pensiero che non impedisca il sonno e non desvij gli spiriti da l'operationi naturali.
  • 5a. «Dal tuo lavoro»: cioè dal formar l'imaginatione de la sua Donna.
  • 6a. «Che 'l cor s'acqueti»: perch'il sonno il quale, come dice EUSTRATIO del primo de l'Ethica, è otio de l'anima, lega il senso comune nel cuore, laonde cessano l'operationi di tutti i sentimenti esteriori.
  • 7. «Prima che Febo, homai vicino»: dimostra che ne' pensieri ha consumata tutta la notte, laonde era homai vicina l'alba.
  • 7b-8. «aggiorni | Queste ombre oscure»: usa questo verbo aggiorna in significatione attiva, com'usò il BEMBO «e 'l sol che le mie notti aggiorna».
  • 9. «Deh, non sai tu, che più sembiante al vero»: paragona l'operationi del pensiero volontarie con quelle del sogno che son naturali: bench'alcuni sogni siano demonici, come dice ARISTOTELE, o divini, i quali sogliono apparirci.