CXXII
Ne l'infermità di Laura descrive l'affettuoso pianto che l'impetrò la salute.
Secco era quasi l'odorato alloro
Da cui già trasse Amor tante faville,
E si spargeano i prieghi a mille a mille,
4E mille occhi piangeano, e i miei con loro.
Ma scolorir vedendo il suo tesoro,
Due luci si turbar così tranquille,
E versar così pure e vaghe stille
8Che fur più belle de la pioggia d'oro.
O dolce pioggia d'amoroso pianto,
Cristalli e perle da' celesti lumi
11Lascivo Amor non vi spargea, ma santo.
Così rinverde fra rugiade e fiumi
Il vivo lauro, e stanno a l'ombra intanto
14Valor, senno, bellezza, alti costumi.
- 1. «Secco era quasi l'odorato alloro»: perchè l'infermità è cagionata da qualche intemperie, e suole esser cagione di siccità, perchè ei prima perde la vita, la qual consiste nel caldo e ne l'humido.
- 2. «Da cui già trasse Amor tante faville»: tante fiamme amorose.
- 3a. «E si spargeano i prieghi»: come suole avenire ne l'infermità che sono di persone amate da molte et havute in pregio, paragona questo pianto, ch'egli chiama [9-10]«pioggia di lacrime e di perle e di cristalli», a la pioggia d'oro tanto celebrata da' poeti.
- 11a. «lascivo amor»: a differenza di quella d'oro, perchè Giove si converti in cosi fatta pioggia mosso da lascivo Amore, come dimostra la favola di Danae, descritta da TERENZIO ne l'Eunuco, de la quale fa mentione ancora s[ant'] AGOSTINO nel libro De civitate Dei.
- 12a. «Così rinverde»: metaforicamente intende la sua Donna.