CII
Descrive la vittoria de lo Sdegno et il suo trofeo.
S'arma lo Sdegno, e 'n lunga schiera e folta
Pensier di gloria e di virtù raccoglie,
Mentre ei per la ragion la spada toglie
4Ch'è in lucide arme di diamante involta.
Ecco la turba già importuna e stolta
Sparsa cader de le discordi voglie,
E de' miei sensi, e di nemiche spoglie
8Leggiadra pompa, anzi il trionfo accolta.
Bellezza ad arte incolta, atti soavi,
Finta pietà, sdegno tenace e duro,
11E querele e lusinghe in dolci accenti,
Et accoglienze liete, e meste e gravi
De la nemica mia l'arme già furo,
14Hor son trofei di que' guerrieri ardenti.
- 1a. «S'arma lo Sdegno»: lo sdegno è ne la parte irascibile, laonde essendo l'ira ministra de la ragione, come dice PLATONE espressamente ne' libri de la Republica, non è maraviglia che lo sdegno parimente combatta contro il piacere de la ragione.
- 1b. «e 'n lunga schiera, e folta | Pensier di gloria e di virtute accoglie»: la virtù è fra le cose difficili, l'honore e la gloria parimente, laonde non è maraviglia che siano obietto de lo sdegno e de gli altri affetti che sono ne l'irascibile, il cui obietto, come piace a san TOMASO, «est bonum sub ratione ardui».
- 4. «Ch'è in luci d'arme di diamante involta»: convenevolmente dice il Poeta che l'armi de la ragione siano di diamante, perch'il diamante è impenetrabile e durissimo oltre tutte l'altre cose. Nè si dilungò da l'imitatione del PETRARCA, il qual volendo dimostrar l'honestà de la sua Donna, disse: «Nulla posso levare io per mio ingegno | Del bel diamante, ond'ella ha il cor sì duro».
- 5. «Ecco la turba»: descrive leggiadrissimamente il trionfo de la ragione et il maraviglioso trofeo drizzato de la sensualità.