III
Descrive la bellezza de la sua Donna et il principio del suo amore, il quale fu ne la sua prima giovinezza.
Era de l'età mia nel lieto aprile,
E per vaghezza l'alma giovenetta
Gia ricercando di beltà ch'alletta,
4Di piacer in piacer, spirto gentile,
Quando m'apparve Donna assai simile
Ne la sua voce a candida Angeletta;
L'ali non mostrò già, ma quasi eletta,
8Sembrò per darle al mio leggiadro stile.
Miracol novo: ella a' miei versi et io
Circondava al suo nome altere piume,
11E l'un per l'altro andò volando a prova.
Questa fu quella il cui soave lume
Di pianger solo e di cantar mi giova
14E i primi ardori sparge un dolce oblio.
- 1. «Era de l'età mia nel lieto aprile": metafora di proportione, come insegna ARISTOTILE ne la Poetica, perchè la giovinezza si può dire «l'aprile» de l'età o de la vita, e la primavera si potrebbe chiamare la giovinezza de l'anno. [Così] DANTE «In quella parte del giovinetto anno».
- 2. «E per vaghezza l'alma giovanetta": ad imitatione parimente di DANTE il qual disse: «L'anima pargoletta, che sa nulla», percioch'ella è a guisa di tavola rasa, la qual non ha scritto in sé alcuna cosa, come vuole ARISTOTILE, e non è più antica del corpo, o è infusa dal cielo con l'Idee o con le specie di tutte le cose, come stimò PLATONE, il qual giudicò che 'l sapere non fosse altro che ricordarsi.
- 3-4. «Già ricercando di beltà, ch'alletta, | Di piacer in piacer spirto gentile»: con ogni beltà è congiunto un piacere: con la beltà del corpo il piacere del senso, con la beltà de l'animo il piacer de l'animo, con quella de la mente il piacer de l'intelletto. Dunque, di bellezza in bella ascendiamo al cielo per via di resolutione, come insegna Socrate ne l'Amoroso Convito. E dopo lui ALCINOO; filosofo platonico. E per la medesima strada, et con l'istesso methodo risolutivo possiamo salir di piacere in piacere, cominciando da quel de l'udito e de la vista. E dice «spirto gentile» per escludere ogni diletto sozzo e materiale, il quale fosse impedimento a questa resolutione e quasi morte del corpo.
- 5-7a. «Quando m'apparve Donna assai simile | Ne la sua voce a candida Angeletta. | L'ale non mostrò già»: «l'ale» de l'anima sono le virtù o gl'istinti al vero et al bene, come vuole il FICINO. E non gli conobbe subito, perchè la sua Donna per cortesia celava il suo alto proponimento, o perchè la beltà non si possa nascondere, ma la virtù si possa celare, come dice MELANCOMIO appresso STOBEO.
- 7b-8. «ma quasi eletta, | Sembrò per darle al mio leggiadro stile": i Poeti son cosa volatile, come dice Socrate ne l'Ione, o del furor poetico. Et ENNIO di se stesso «Vivus volito per ora virum». E VERGILIO parimente di se medesimo «Victor volitare per ora».
- 9a. «Miracol novo»: leggi un maraviglioso cambio de l'ali de la Fama e di quelle d'Amore.