LXXXII
Dimostra la prosperità ne l'amore.
Passa la nave mia che porta il core,
Sotto un sereno ciel di stelle adorno,
Per queto mare, e sta la notte e 'l giorno
4Spiando i venti, al suo governo Amore.
A ciascun remo un bel desio d'honore
Non teme di fortuna oltraggio e scorno;
Empie la vela e rasserena intorno
8Aura di gioia e tempra il dolce ardore.
Nebbia non lenta mai di feri sdegni
Le sarte, che di fede e di speranza
11Ha di sua man il mio Signore attorto.
E scopro i duo lucenti amici segni,
E vive la ragione e l'arte avanza,
14Talch'io già prendo il desiato porto.
- [1-14]. La metafora continuata, come habbiamo detto, diviene allegoria. è dunque una gentile allegoria del suo amore, e contende con quella del PETRARCA: «Passa la nave mia colma d'oblio».