CXLVIII

Nel ritorno de la S[ignora] L[aura] a la città, le prega felice viaggio, dimostrando la sua eccellenza per la quale è degna d'esser favorita dal Cielo e da la Natura.

Hor che riede Madonna al bel soggiorno,
Chi la defende da l'estiva arsura?
O qual frondoso calle o selva oscura
4Le rose adombra, ond'è quel viso adorno?
Ben ella è degna, a cui di nubi intorno
Humide e fresche tessa un vel Natura,
E stilli il Ciel pioggia più dolce e pura,
8E desti l'aure e tempri il caldo giorno.
Degna, ch'essendo il sol ne l'orizonte
Cinto di raggi, da' sentieri usati
11Torca il gran carro, sol per farle honore.
Ma 'l suo chi regge per campagne e prati?
Oh pur foss'io, ma con sua pace, Amore,
14L'Automedon un giorno, e poi Fetonte.

  • 1. «Hor che riede Madonna al bel soggiorno»: «bello» chiama il palazzo de la città dove soleva habitare.
  • 2. «Chi la defende da l'estiva arsura?»: è detto interrogatione, per dimostrar la sua delicata natura et il caldo de la stagione.
  • 3a. «O qual calle frondoso»: quasi accennando che per lei dovevano esser fatte le strade ombrose e le selve, dove potesse ripararsi dal sole.
  • 5a. «Ben ella è degna»: par che voglia conchiudere dal più al meno in questo modo: s'è degna per la sua bellezza e nobiltà che la natura et il cielo et il sole, havendo risguardo a la sua bellezza, le facciano honore, quanto sarebbe più meritevole che l'artificio de gli homini facesse le strade ricoperte da gli alberi et i boschi dove potesse ricoverarsi ne la più calda hora del giorno.
  • 13a. «O pur foss'io»: affettuosamente desidera di guardar il suo carro, quantunque ne dovesse avenire, che 'l suo fine fosse simigliante a quel di Fetonte, cioè ch'egli morisse per l'incendio de la sua bellezza.
  • 14a. «L'Automedon un giorno»: Automedone fu carattiere d'Achille, ma si prende per ogni carattiere fortunato per l'essercitio suo e per la gloria de la persona ch'egli guida, come il prese il PETRARCA dicendo di coloro che conducevano M[adonna] L[aura] e le compagne: «Felice Automedon, felice Tifi | Che conduceste sì leggiadra gente».