CLXXVIII
Prega Iddio che gli mostri la dritta strada da ritornare alla celeste patria.
Padre del cielo, hor ch'atra nube il calle
Destro m'asconde, e vie fallaci io stampo
Per questo paludoso instabil campo
4De la terrena e lagrimosa valle,
Reggi i miei torti passi ond'io non falle,
E di tua santa gratia il dolce lampo
In me risplenda; e di securo scampo
8Mostra il sentiero a cui voltai le spalle.
Deh, pria ch'il verno queste chiome asperga
Di bianca neve, o di sì breve giorno
11Copran tenebre eterne il debil lume,
Dammi, ch'io faccia al tuo camin ritorno,
Quasi vestito di celesti piume,
14Signore, e tu mi pasci, e tu m'alberga.
- 1a. «Padre del cielo»: ad imitatione del PETRACA, quasi padre celeste, o che sei nel Cielo. Ma «Padre», per autorità di s[an] TOMASO, propriamente si dice de le creature ragionevoli, et de l'altre creature «Fattore».
- 6a. «E di tua santa gratia»: vuol significare la gratia illuminante.
- 9a. «Deh, pria ch'il verno»: con due metafore, l'una trasportata da la stagione, l'altra dal giorno, significa la vita.