CXXIX
Descrive l'apparire de l'Aurora e de la sua Donna.
Ecco mormorar l'onde,
E tremolar le fronde
A l'aura mattutina, e gli arboscelli.
E sovra i verdi rami i vaghi augelli
5Cantar soavemente,
E rider l'oriente.
Ecco già l'Alba appare,
E si specchia nel mare,
E rasserena il cielo
10E le campagne imperla il dolce gelo,
E gli alti monti indora.
O bella e vaga Aurora,
L'aura è tua messaggiera, e tu de l'aura
Ch'ogn'arso cor ristaura.
- 12-13a. «O bella e vaga Aurora, | L'aura è tua messaggiera»: imitatione di DANTE, il qual disse: «E l'aura annunciatrice de gli allori». Ma il Poeta, chiamando l'Aurora «messaggiera» de la sua Donna, ha risguardo non solo al tempo del levarsi, ma a la bellezza de la sua Donna. Et in queste maniere di poesia, il lettore avvertisca quanto sia bene osservato che DEMETRIO FALEREO disse de' poemi di SAFFO, ch'essi fussino ripieni de gli horti, de le Ninfe, de gli amori, de gl'himenei, de' fiori e d'altre cose vaghissime, et oltre tutte l'altre convenienti in questa forma del dire fiorita e gratiosa, nela quale dimostrò molta eccel[lenza] il TASSO padre de l'Autore.