CLXII
Dichiara come la bellezza sia cresciuta con la similitudine del fiore che spiega le foglie, e del sole ch'è nel mezo giorno.
Già solevi parer vermiglia rosa
Ch'a' dolci raggi, a lo spirar de l'ora
Rinchiude il grembo, e nel suo verde ancora,
4Verginella s'asconde, e vergognosa.
O mi sembravi pur, chè mortal cosa
Non s'assomiglia a te, celeste Aurora,
Che le campagne imperla e i monti indora,
8Lucida in ciel sereno, e rugiadosa.
Ma nulla a te l'età men fresca hor toglie,
Nè beltà giovenile in manto adorno
11Vince la tua negletta, o la pareggia.
Così più vago l'odorate foglie
Il fior dispiega, e 'l sole a mezo il giorno
14Via più che nel mattino arde e fiammeggia.
- 1a. «Già solevi parer»: ne la sua virginità fu simile a rosa non aperta.
- 5a. «O mi sembravi pur»: parendo al Poeta che la similitudine non bastasse, l'assomiglia a l'[6] Aurora.
- 9a. «Ma nulla a te»: loda particolare de la bellezza di questa Donna.
- 12a. «Così più vago»: prova con due similitudini come ciò possa avenire.