LXXXVII
Dice che s'a la sua Donna sono cari i suoi martiri, de' quali egli per suo amore si compiace, al fine le sarà cara ancora la sua morte.
Bella Guerriera mia, se 'l vostro orgoglio
E la vostra bellezza in voi son pari,
Nè questi versi havete in pregio o cari,
4Ma le mie pene, io men languir non voglio.
E mi piace il dolor, quando io mi doglio
E dolcezza sento io d'affanni amari,
Occhi di gratia e di pietate avari,
8Nel farsi un molle petto un duro scoglio.
E se l'esser ingrata è 'l vostro honore,
O, se vi pare, i miei sospiri e i pianti
11Non sian più fiori homai d'occulto Amore,
Ma de la fede a' miei pensier costanti,
Morte sia il frutto, e di passarmi il core
14Una candida man si glori e vanti.
- 1a. «Guerriera mia»: «guerriera», secondo l'usanza de' poeti toscani, è detta la Donna amata, la qual nieghi di compiacere a l'amante, e sia con lui in qualche discordia, perch'ogni discordia in un certo modo è guerra.
- 1b-2. «se 'l vostro orgoglio | E le vostre bellezze in voi son pari»: ciò è detto conditionalmente, perchè prima disse il Poeta che la bellezza de la sua Donna era maggiore de la sua crudeltà, laonde segue ch'ella non sia tanto vaga de la sua morte, quanto del suo disprezzo. Per questa cagione non fa stima de' suoi versi, ma de le sue pene, non perchè siano mortali, ma perchè diminuivano la di lui riputatione, laonde il Poeta, offeso ne la riputatione poetica, ne languisce, e ne vuole morir per affanno e per dispetto.
- 5a. «E mi piace il dolor»: per contraria cagione a quella detta prima, non perchè la sua Donna ne goda, ma perchè di superba ch'ella è, la fa parer similmente crudele.
- 6. «E dolcezza sento io d'affanni amari»: qui ci va de la riputatione del Poeta, però sente dolcezza de l'amaritudini.
- 7. «Occhi di gratia, e di pietate avari»: affettuosa conversione a gli occhi.
- 9. «E se l'esser ingrata è il vostro honore»: se riponete l'honor ne l'ingratitudine, non vi dee bastar ch'io pianga e ch'io sospiri, ma devete uccidermi, perchè questa sarà la maggior gloria che possiate aspettarne.