CXVIII
Loda la bellezza di Laura assomigliandola a le piante che stillano lacrime et odori.
Non è d'Arabia peregrina pianta
Questa, c'ha dolce odore,
Perchè 'n lacrime stilli il suo dolore,
Nè 'l ventre hebbe giamai gravoso e pieno,
5Ma sovra lucide acque
Nata è di Manto nel felice seno;
Ma tal, com'ella nacque,
Che tutti l'honorar, s'a tutti piacque,
Immortal qui l'honore
10Serba sì come verde il suo colore.
Caro pregio del Cielo e di Natura
Che non hai paragone,
Tua gratia a te mi scorga e mia ventura,
Ove lampeggi e tuone;
15Perchè de le tue fronde io m'incorone,
Che di Giove il furore
Mai non offenda, o l'aureo stral d'Amore.
- 1a. «Non è d'Arabia»: de la Felice, dove nascono gli odori. Perchè tre son l'Arabie: la Felice, la Deserta e la Petrea, ma ne la Fenice nascono la cassia, il cinamomo, la mirra et altre piante odorifere.
- 2. «Questa, ch'ha dolce odore»: ad imitatione del PETRARCA: «Quel che d'odore e di color vincea | L'odorifero e lucido Oriente».
- 3. «Perchè'n lagrime stilli il suo dolore»: benché pianga. Paragonandola in questo atto con gli alberi già detti.
- 4. «Nè 'l ventre hebbe giamai gravoso e pieno»: è vergine, e però dissimile a Mirra, convertita ne l'albero di questo nome, la qual, come si legge ne le favole d'OVIDIO, fuggendo l'ira del padre co 'l quale ella giacque per inganno fattogli da la nutrice, si partì gravida d'Adone, ma no 'l partorì prima ch'ella fosse trasformata e ricoperta da la dura corteccia. Ma nel parto meritò l'aiuto di Venere.
- 5. «Ma sovra lucide acque»: descrive la patria per dimostrar ch'ella non sia straniera.
- 7. «Ma tal, com'ella nacque»: cioè vergine ancora.
- 11a. «Caro pregio del Cielo»: ha risguardo a la proprietà del lauro, il quale, com'è scritto, non è percosso dal fulmine. Laonde Augusto, come scrive SVETONIO ne la sua vita, per timor de' fulmini, solea coronarsi di lauro.