XXXVI
Dice d'haver più caro il legame tolto a la sua Donna di quello che lega il corpo con l'anima.
Non ho sì caro il laccio, ond'al consorte
De la vita mortal l'alma s'avvinse,
Come quel, c'hor me lega, e voi già strinse,
4Già vago e dolce, hor duro nodo e forte.
Nè quel famoso, ch'al figliuol diè morte,
Del barbaro monile il collo cinse
Lieto così, quando il nemico estinse,
8Com'io di quel che v'ha le chiome attorte.
Ti cede, Amor, Natura e non si sdegna
Ch'ella ordisca fral nodo, e 'l tuo non rompa
11Morte, e con l'alma in Ciel si privilegi.
E se gli altrui sepolcri illustre pompa
Orna di vincitrice altera insegna,
14Per la servil catena il mio si pregi.
- 1a. «Non ho si caro il laccio»: «laccio» chiama l'unione del corpo con l'anima, come chiamò prima il PETRARCA «Natura tien costei d'un si gentile | Laccio che nullo sforzo è che sostegna», cioè con si delicata complessione.
- 1b-2a. «ond'al consorte | De la vita mortal»: intende il corpo, ch'è consorte de l'anima. Il PETRARCA chiamò l'anima «L'errante mia consorte». DANTE disse: «Quando l'anima si sposa al corpo». Appresso STOBEO si legge che ne le parti de l'anima è altro vestigio del matrimonio. S[ant'] AGOST[INO] afferma che la ragione superiore è quasi marito, l'inferiore quasi moglie. E quantunque alcuna volta avenga che l'anima vada salva e 'l corpo resti insepolto, come si legge in Dante, nondimeno al fine l'anime ripiglieranno i corpi glorificati, laonde convenevolmente il corpo è chiamato consorte de l'anima, e ciascuna parte de l'anima, consorte de l'altra.
- 5. «Nè quel famoso, ch'al figliuol diè morte»: intende di Manlio Torquato da cui l'Autore ha preso il nome, il qual fu così chiamato da la catena che latinamente è detta torques, tolta al soldato francese.
- 9-10. «Ti cede, amor, natura, e non si sdegna | ch'ella ordisca fral nodo, e 'l tuo non rompa»: non intende il Poeta del matrimonio propriamente detto, ma de l'affetione de gli animi e de l'unione. Ma filosoficamente parlando, d'alcuna sorte d'amore, come di quel de' figlioli, dissi Temistio: «Liberorum amor, caeitus naturae alligatus, et plane ab aurea illa, et infracta catena pendit».
- 12a. «E se gli altrui sepolcri»: spera gloria dal segno de la servitù, com'altri da l'insegne riportate ne la vittoria, e sospese intorno al sepolcro.