CLXXIII
Invita ciascuno a contemplare la bellezza e l'armonia de la sua Donna.
Aprite gli occhi, o gente egra mortale,
In questa saggia e bella alma celeste,
Che di sì pura humanità si veste,
4Ch'a gli angelici spirti è in vista eguale.
Vedete come a Dio s'inalza, e l'ale
Spiega verso le stelle ardite e preste;
Com'il sentier v'insegna, e fuor di queste
8Valli di pianto al Ciel s'inalza e sale.
Udite il canto suo, ch'altro pur suona
Che voce di Sirena, e 'l mortal sonno
11Sgombra de l'alme pigre, e i pensier bassi.
Udite come d'alto a voi ragiona:
- Seguite me, ch'errar meco non ponno,
14Peregrini del mondo, i vostri passi. -
- 1. «Aprite gli occhi, o gente egra mortale»: figura detta zeugma da' Latini, simile a quella «pars in frustra secant»ne le quali il nome, che dicono collettivo, del numero del meno s'accorda con quel del più. Fu questa figura usata parimente da DANTE, quando egli disse: «Supin giacer parea alcuna gente».
- 2. «In questa saggia e bella alma celeste»: intende adunque de gli occhi de la mente, de' quali sono oggetto le bellezze de l'anima.
- 3a. «Che di sì pura humanità»: quasi oltre il peccato originale non n'habbia alcun altro.
- 4. «Ch'a gli angelici spirti è in vista eguale»: «in vista», cioè ne l'apparenza: ma sono cose dette da l'un poeta per soverchia vaghezza, da l'altro per soverchio studio d'imitatione e deono esser o ben corrette o ben interpretate.
- 5a. «Vedete come a Dio s'inalza»: cioè con gli occhi intellettuali.
- 5b. «e l'ale»: l'ale, come habbian detto, son le virtù.
- 8a. «Valli di pianto»: chiama il mondo.
- 9a. «Udite il canto suo»: molto diverso da quello de le Sirene, perchè quello addormentava, questo desta gli ingegni dal pigro sonno, cioè da l'ocio.
- 13a. «Seguite me»: perchè quella de la musica è una de le tre vie per le quali l'anima ritorna al cielo, per opinione d'alcuni filosofi, come appresso diremo più distintamente.