LXXV
Descrive con modi poetici e maravigliosi la bellezza de la sua Donna, assomigliandola al sole.
I freddi e muti pesci usati homai
D'arder qui sono, e di parlar d'amore;
E tu, che 'l vento e l'onde acqueti, hor sai
4Come rara bellezza accenda il core,
Poi ch'in voi lieti spiega i dolci rai
Il sol che fu di queste sponde honore,
Il chiaro sol, cui più devete assai,
8Ch'a l'altro uscito del sen vostro hor fore.
Chè quegli ingrato, a cui non ben soviene
Come è da voi nudrito, e come accolto,
11V'invola il meglio, e lascia 'l salso e 'l greve.
Ma questi con le luci alme e serene
V'affina e purga, e rende il dolce e 'l leve,
14Et assai più vi dà, che non v'è tolto.
- 1a. «I freddi e muti pesci»: «freddi» chiama i pesci, perchè stanno ne l'elemento freddo et humido; «muti», perchè non respirano.
- 1b-2. «usati homai | D'arder qui sono, e di parlar d'amore»: anthiteti, o contraposti.
- 5. «Poi ch'in voi lieto spiega i dolci rai»: «dolci rai», dice, trasportando al senso de la vista quello ch'è obietto del senso del gusto, come fece DANTE dicendo «Dolce color d'oriental zaffiro». Et altrove: «Non fiere gli occhi tuoi il dolce lume». Il PETRARCA parimente disse: «Dolci rai», «dolci lumi», «dolci occhi».
- 6. «Il sol che tu di queste sponde honore»: chiama «sole» la sua Donna come in altri luoghi, e paragona i suoi maravigliosi effetti con quelli del sole.
- 9a. «Che quegli ingrato»: tocca l'opinione d'alcuni filosofi ch'il sole sia cagione de la salsedine del mare, perchè attraendo le parti più sottili e più dolci de l'acque, lascia le più amare e più gravi.