CXXV
Parla con Amore e gli domanda perchè sempre accresca le sue amorose passioni.
Perchè tormenti il tormentoso petto
E pur trafiggi il mio trafitto core?
Perchè le pene con le pene, Amore,
4E 'l dolor cresci co 'l dolente affetto?
Perchè giungendo vai, con tuo diletto,
Piaghe a le piaghe, et a l'ardore ardore?
Perchè raddoppi i colpi e 'l tuo furore
8Ch'io per morir con men vergogna aspetto?
Non esser di pietà, Fanciul, sì parco,
Chè non ho loco da ferite nove,
11E 'ndegna è d'huom già vinto altra vittoria.
Te seguitiamo, e siam tua preda. Altrove
Spendi homai le saette e tendi l'arco:
14Chè 'l salvar l'innocente, è vera gloria.
- 1. «Perchè tormenti il tormentoso petto»: «tormentoso» per «tormentato» dissero i Poeti, et «faticoso» per «affaticato», come il PETRARCA: «Co 'l tormentoso fianco».
- 2. «E pur trafiggi il mio trafitto core?»: il cuore, già trafitto d'Amore, trafiggea di nuovo con le saette del desiderio.
- 3a. «perchè le pene»: l'altre dimande tutte sono somigliante, e fatte ne l'istesso subietto.
- 9. «Non esser di pietà, Fanciul, sì parco»: perchè i vecchi e i fanciuli sogliono essere compassionevoli, come dice ARISTOTELE nel secondo de la sua Retorica.
- 10. «Chè non ho loco da ferite nove»: verso levato di peso da le Rime del BEMBO, il qual costume prese il Poeta da VERGILIO, che spesso si serviva de' versi de' poeti più antichi.
- 11a. «E 'ndegna»: perchè a' vinti mancano gl'animi e le forze, non sogliono riportar lode coloro che gli superano di nuovo.
- 12a. «Te seguitiamo»: confessa d'esser domato e soggetto, laonde ha risguardo a quel verso: «Parcere subiectis et debellare superbos».