CLXVII
Loda il petto de la sua Donna.
Non son sì vaghi i fiori onde Natura,
Nel dolce april de' begli anni sereno,
Sparge un bel volto, come in casto seno
4È bel quel che di luglio ella matura.
Meraviglioso grembo, horto e coltura
D'Amor e paradiso mio terreno,
L'ardito mio pensier, chi tiene a freno,
8Se quello onde si pasce a te sol fura?
Quei, ch'i passi veloci d'Atalanta
Fermaro, o che guardò l'horribil Drago,
11Son vili al mio pensier ch'ivi si pasce.
Nè coglie Amor da peregrina pianta
Di beltà pregio sì gradito e vago:
14Sol nel tuo grembo di te degno ei nasce.
- [2]. «april» de gli anni chiama la gioventù, [4] «luglio» l'età matura, o più tosto matura viro, ne la quale si cogliono i frutti d'Amore.
- 5b. «horto e coltura»: havendo assomigliato le mammelle a' pomi, chiama il seno, per metafora, giardino.
- 6. «e paradiso mio terreno»: convenevolmente, perch'il peccato de l'huomo intemperante o incontinente è simile a quello del primo padre, per lo qual fu cacciato di Paradiso, avvegnache l'intemperanza, o l'incontinenza, sia eguale ne gli oggetti de l'un senso e de l'altro.
- 9. «Quel, ch'i passi veloci d'Atalanta»: Atalanta, correndo con Hippomenes, si fermò di colpo per raccoglier i pomi, o le palle d'oro, come dice il PETRARCA:«E seco Hippomenes che fra cotanta | Turba d'amanti e miseri cursiori, | Sol di vittoria si rallegra e vanta».
- 10a. «o che guardò l'horribil Drago»: i pomi de l'Hesperidi, a le quali faceva la guardia il dragone.
- 13a. «Di beltà pregio»: ha risguardo al pomo d'oro che fu dato da Paride per premio de la bellezza, quando egli fu eletto per giudice de le tre Dee.