CXIII

Si duole che la sua Donna faccia maggiore stima de la fede d'un cane che de la propria.

È vostra colpa, Donna, o mia sventura,
Che nel fido animale a me soggetto
La fede amiate, e nel fedel mio petto
4L'habbiate a sdegno, ov'è sì bella e pura?
Et io l'ho per ragione, ei per natura.
Pur egli v'è sì caro, io sì negletto;
Egli nutrito di pietoso affetto,
8Di pascer le mie voglie alcun non cura.
Ma s'a la fede mia cotanto noce
Quel suo lume immortale, onde s'informa
11Ben ch'egli sia del Ciel sì nobil dono,
Deh potess'io di can prender la forma,
E lusingando homai con altra voce
14Chieder pietà, di cui sì degno sono.

  • 1a. «È vostra colpa»: dubita se l'imperfettione de l'amore sia colpa de la sua Donna o sua sventura.
  • 2a. «Che nel fido animale»: nel cane, il quale appresso gli Egittij era simbolo de la fede, come dice GIULIO CAMILLO in que' versi: «Il verde Egitto per la negra arena, | Ma più per quei, che d'adornar d'ingegno | Finse de l'amicitia dolce segno, | La nostra forma d'ogni fede piena».
  • 3b. «e nel fedel mio petto»: dove per la sua nobiltà devrebbe essere amata.
  • 5. «Et io l'ho per ragione, ei per natura»: dice d'haver la fede per ragione, perchè non parla de la fede, inquanto è una de le virtù teologiche, e se di ciò parlasse, egli havrebbe detto di haverla per gratia di Dio, imperochè «Fides est donum dei». Ma ragiona de la fede morale, o civile, la quale è fondamento de la giustitia. Laonde è convenevole ch'ella sia un habito elettivo come gli altri. Ma l'eleggere è operatione de la ragione.
  • 5b. «ei per natura»: perchè ne gli animali irragionevoli è uno istinto di natura, come dice PLUTARCO, molto simile a la virtù.
  • 10b. «Quel suo lume immortale»: cioè la ragione, la qual è forma di tutte le virtù. E ciò disse ad imitatione del PETRARCA, il qual prima havea detto: «Et è spento ogni benigno lume | del Ciel, per cui s'informa humana vita». Nè molta è la diversità del sentimento.