CL

Persuade la S[ignora] [Laura] che non sia gelosa e fredda ne l'amare.

S'amate, vita mia, perchè nel core
Tema e desire è ne l'istesso loco?
Se l'uno affetto è gelo, e l'altro è foco,
4Il ghiaccio si dilegui al vivo ardore,
Nè 'n petto giovenil paventi Amore,
Nè ceda nel suo regno a poco a poco
Gelida amante; e non prendiate a gioco
8Come i vostri diletti il mio dolore.
Io tutto avampo, e voi credete a pena
Che si riscaldi a gli amorosi rai
11Quel possente voler, che nulla affrena.
Gran fede, e moderato ardire homai
Voi d'inganno fuor tragga e me di pena,
14Pur ch'io gioisca quanto già sperai.

  • 1-2. «S'amate, vita mia, perchè nel core | Tema e desire è ne l'istesso loco»: può parer sciocca la domanda, perch'è proprio de gli amanti il temere. Tutta volta il Poeta non parla d'ogni timore, ma di quello de la gelosia, nè d'ogni amore, ma de l'amor de l'animo al qual è contrario il timor de la gelosia, o almeno ripugnante.
  • 3. «Se l'uno affetto è gelo, e l'altro è foco»: i contrari son quelli che vicendevolmente si distruggono.
  • 5. «Ne 'n petto giovenil paventi Amore»: perchè il timore conviene più tosto a vecchi e la speranza a' giovani, come dice ARISTOTELE nel secondo de la Retorica.
  • 6a. «Nè ceda nel suo regno»: chiama «regno» d'Amor gli animi de gli amanti.
  • 7a. «Gelida amante»: la riprende come fredda e come miscredente ne l'amore.
  • 12a. «Gran fede»: perch'ella è virtù ne la quale non può essere eccesso.
  • 12b. «e moderato ardire»: perch'in tutte le passioni de l'animo si ricerca alcun moderamento.
  • 13a. «Voi d'inganno fuor tragga»: et questo pare officio de la fede.
  • 13b. «e me di pena»: de la fede e de l'ardire parimente.
  • 14. «Pur ch'io gioisca, quanto già sperai»: acciochè la speranza non sia fallace, il piacere dee esser uguale a quella.