LX

Dice d'haver veduto altre volte la sua Donna assai pietosa, ma hora per occulta cagione se li mostra così crudele che egli n'aspetta la morte.

Io vidi un tempo di pietoso affetto
La mia nemica ne' sembianti ornarsi,
E l'alte fiamme, in cui di subito arsi,
4Nudrir con le speranze e co 'l diletto.
Hora non so perchè la fronte e 'l petto
Usa di sdegno e di fierezza armarsi,
E con guardi ver me turbati e scarsi
8Guerra m'indice, ond'io sol morte aspetto.
Ah, non si fidi alcun, perchè sereno
Volto l'inviti e piano il calle mostri,
11Amor, nel regno tuo spiegar le vele.
Così l'infido mar, placido il seno
Scopre a' nocchieri incauti, e poi crudele
14Gli affonda e perde infra gli scogli e i mostri.

  • [1-14]. Con l'istessa similitudine del mare dimostra l'inconsistenza de la sua Donna, e la sua mutata fortuna.
  • 1. «Io vidi un tempo di pietoso affetto»: così il PETRARCA: «Vidivi di pietate ornare il volto».
  • 4a. «Nudrir con le speranze»: di conseguire il fine co 'l diletto de la vista e de l'udito.
  • 8a. «Guerra m'indice»: elocutione latina (indicere bellum), usata prima dal BEMBO: «Colei che guerra a' miei pensieri indice».
  • 9-10a. «Ah, non si fidi alcun, perchè sereno | Volto l'inviti»: ammaestramento a' gioveni di non amare e di non credere agevolmente.
  • 10b. «piano il calle»: perchè aequor latinamente fu detto da l'equalità.