IV

Seguita a mostrar con altra metafora come, avisando di trovar la sua Donna senza difesa, fosse da lei vinto e superato.

Io mi credea sotto un leggiadro velo,
Trovar inerme e giovenetta Donna,
Tenera a' preghi, o pur in treccia e 'n gonna
4Come era all'hor che parvi al sol di gelo.
Ma scoperto l'ardor, ch'a pena io celo,
E 'l possente desio, ch'in me s'indonna,
S'indurò come suole alta colonna,
8O scoglio, o selce al più turbato cielo.
E lei d'un bel diaspro avolta io vidi,
Di Medusa mostrar l'aspetto e l'arme,
11Tal ch'i' divenni pur gelato e roco.
E dir voleva, e non volea ritrarme,
Mentre era fuori un sasso e dentro un foco:
14- Spetrami, o Donna, in prima, e poi m'ancidi. -

  • 1a. «Io mi credea»: dimostra quanto i giovani siano incauti e quanto sogliono spesso ingannarsi.
  • 1b-3b. «sotto un leggiadro velo, | […] | […] o pur in treccia e'gonna»: descrive l'habito giovenile de la sua Donna.
  • 3a. «tenera a' preghi»: allude a quel d'OVIDIO: «Casta est quam nemo rogavit».
  • 4. «Com'era all'hor che parvi al sol di gelo»: cioè nel tempo che prima vide la sua Donna.
  • 6. «e 'l possente desio, ch'in me s'indonna»: chiama «possente» il desiderio, perchè s'usurpa l'imperio de la ragione, de la quale è proprio il signoreggiar ne l'anima, e quella signoria somiglia quella de' re leggittimi. Però dice il PETRARCA: «Fatto citar dinanzi a la Regina». Questa altra è somigliante a la tirannide, laonde dal PETRARCA Amore è chiamato tiranno: «…e non questo tiranno | Che del mio stratio ride, e del mio danno».
  • 7-8. «S'indurò come suole alta colonna, | O scoglio, o selce al più turbato cielo»: la sua Donna, conoscendo ne l'amante perturbato l'ordine de le potenze de l'animo e 'l senso signoreggiare, ché questo significa «indonna», si sdegnò e divenne simile ad alta colonna per l'altezza, a scoglio et a selce per la durezza. Et imita Monsig[nor] DA LA CASA in quel luogo: «…come alpestra selce, | Che per vento, e per pioggia asprezza cresce».
  • 9. «E lei d'un bel diaspro avolta io vidi»: segue DANTE in que' versi: «…la qual ogn'hor impetra | Maggior durezza, e più natura cruda, | E veste sua persona d'un diaspro». Il diaspro e 'l diamante ne' nostri poeti sono simbolo de la castità.
  • 10. «Di Medusa mostra l'aspetto e l'arme»: l'arme di Pallade, figurata da' Gentili dea castissima. Leggi le Stanze del POLITIANO ne le quali Simonetta spogliata di quelle arme rimase «in treccia, e 'n gonna». A l'incontro la nostra valorosa Donna se ne veste. Imitatione dal contrario, o emulatione più tosto, con maggior laude.
  • 13. «Mentre era fuori un sasso e dentro un foco»: dimostra la maraviglia e lo spavento per lo quale era simile ad un sasso, e l'amor occulto che lo faceva dentro tutto di foco.