XVI

Loda il petto de la sua Donna

Quella candida via sparsa di stelle
Che 'n ciel gli Dei ne la gran reggia adduce,
Men chiara assai di questa a me riluce,
4Che guida pur l'alme di gloria ancelle.
Per questa, ad altra reggia, a vie più belle
Viste, il desio trapassa, Amor è duce,
E di ciò ch'al pensier al fin traluce,
8Vuol che securo fra me sol favelle.
Gran cose il cor ne dice, e s'alcun suono
Fuor se n'intende, è da' sospir confuso,
11Ma non tacciono in tanto i vaghi sguardi.
E paion dirli: - Ahi, qual ventura o dono,
Quello ch'a te non è coperto e chiuso,
14Rivela a noi, mentre n'avampi et ardi. -

  • [1]. La via Lattea, che da Greci è detta Galassia, come piace ad ARISTOTELE, una impressione de l'aria, generata da l'esshalatione calda e secca. GIO[VANNI] GRAMMATICO e DAMASCIO et altri filosofi portarono più tosto opinione ch'ella fosse un'apparenza del cielo nata da lo splendor de le stelle che sono più spesse in quella parte. Comunque sia, i poeti favoleggiando dissero che Fetonte uscendo dal zodiaco per lo spavento de le fiere e de' mostri che in quello si vedevano, accendesse quella parte del cielo in guisa che vi rimase perpetuamente il segno de l'incendio. La qual opinione tocca DANTE, ove egli dice: «Quando Fetonte abbandonò li freni». OVIDIO particolarmente nel primo de le sue Metamorfosi, narra come gli Iddii per questa candida e maravigliosa strada sogliono andare a la regia del cielo, ne la quale si ragunano a concilio. Il Poeta paragona questa via a quella per la quale è guidato da la sua Donna.
  • 5-6a. «Per questa, ad altra reggia, a vie più belle | Viste»: cioè a gli intellettuali regni et a la contemplatione de le cose intelliggibili.
  • 6b. «il desio trapassa»: il desiderio de la mente che propriamente è detto volontà.
  • 7-8. «E di ciò ch'al pensiero al fin traluce, | Vuol che securo fra me sol favelle»: il pensiero è il parlar de l'anima, del quale è imitatione questo parlare esteriore, come afferma PLOTINO. Et PETRARCA di questo ragionamento del pensier disse: «Soleano i miei pensier soavemente | Di loro obietto ragionare insieme».
  • 11. «Ma non tacciono in tanto i vaghi sguardi»: «Sola la vista del mio cor non tace».