LXXXVI
Si duole de la mano de la sua Donna, la quale ella tenea il più delle volte ascosa nel guanto.
La man, ch'avolta in odorate spoglie
Spira più dolce odor che non riceve,
Faria nuda arrossir l'algente neve,
4Mentre a lei di bianchezza il pregio toglie.
Mi starà sempre ascosa? E le mie voglie
Lunghe, non fia ch'appaghi un guardo breve?
S'avara sempre a me sue gratie hor deve,
8Il mio nodo vital perchè non scioglie?
Bella e rigida man, se così parca
Sei di vera pietà, che 'l nome sdegni
11Di mia liberatrice a sì gran torto,
Prendi l'ufficio almen d'avara Parca.
Ma questo carme un bel sepolcro hor segni:
14- Vive la fede, ove il mio corpo è morto. -
- 1. «La man, ch'avolta in odorate spoglie»: nel guanto.
- 2. «Spira più dolce odor che non riceve»: o perchè sia prima profumata, o per lo temperamento de la sua complessione. Imperochè sì come l'India e l'Arabia e l'altre calde regioni producono gli odori, così le complessioni di simil temperatura possono spirar buono odore; laonde il sudore ancora d'Alessandro il grande odorava, sì come PLUTARCO ne la sua Vita.
- 3-4. «Faria nuda arrossir l'algente neve, | Mentre a lei di bianchezza il pregio toglie»: hiperbole, o smoderamento nel lodare.
- 5a. «Mi starà sempre ascosa»: ne dimanda quasi dubitando, e poi conchiudendo per la parte opposta al suo desiderio, chiede la morte.
- 9a. «Bella e rigida man»: affettuosa conversion e a la mano.