XLI
Si lamenta de la sua Donna che, ballandosi al ballo del torchio, con estinguerlo ponesse fine al ballo.
Mentre ne' cari balli in loco adorno
Si trahean le notturne e placide hore,
Fiamma, che nel suo foco accese Amore,
4Lieto n'apriva a meza notte il giorno;
E da candide man vibrata intorno,
Spargea faville di sì puro ardore
Che pareva apportar gioia et honore
8A' pochi eletti, a gli altri invidia e scorno,
Quando a te data fu, man cruda e bella,
E da te presa e spenta, e ciechi e mesti
11Restar mill'occhi a lo sparir d'un lume.
Ahi, come all'hor cangiasti arte e costume,
Tu ch'accender solei l'aurea facella,
14Tu ministra d'Amor, tu l'estinguesti.
- 3. «Face, che nel suo foco accese Amore»: era così grande e così luminosa, fra l'altre minori, che para di giorno. O ha risguardo a l'effetto d'amore, ch'egli sentia per la bellezza illuminata.
- 5. «E da candide man vibrata intorno»: descrive il modo co 'l quale molte volte sogliono portare il torchio.
- 8a. «A' pochi eletti»: a coloro che per favor de le donne erano presi in ballo.
- 10. «E da te presa, e spenta»: la sua Donna, smorzando il torchio, pose fine a quel ballo con dolore di molti amanti.
- 12. «Ahi come all'hor cangiasti arte e costume»: cioè d'infiammare e d'accendere. Affettuosa esclamatione d'amante.