LVI

Parla con l'anima come non fosse con esso lui, ma co 'l suo diletto, invitandola a tornare al suo corpo, il quale per sè è freddo et immobile, acciò che insieme possano ritornare a la sua Donna.

Anima errante, a quel sereno intorno
Tu, lieta, spatij, e 'n que' soavi giri;
Io non so come viva e come spiri,
4Aspettando, dolente, il tuo ritorno.
Fra tanto, senza sole e negro il giorno,
Senza stelle la notte avien ch'io miri;
E son più de l'arene i miei desiri,
8E solo ho doglia dentro, e doglia intorno.
Alma, deh riedi, e co 'l tuo dolce lume
Riscalda questo freddo e grave incarco.
11- Torniamo, e so che aspetta Amore al varco. -
Dolce sarà morir di strale e d'arco,
Dolce stillar il gelo in caldo fiume,
14Dolce a quel foco incenerir le piume.

  • 1-2a. «Anima errante, a quel sereno intorno | Tu, lieta, spatii» così disse PETRARCA: «L'errante mia consorte» e chiama «error» de l'anima l'occuparsi troppo ne' pensieri de la sua Donna.
  • 2b. «e 'n que' soavi giri»: cioè de gli occhi suoi, a' quali pensava più ch'a l'altre cose.
  • 3a. «Io non so come viva»: l'anima par che sia dove essercita le sue operationi e fra le sue operationi principalissima è il pensare. Ma pensando de la sua donna, è con la sua Donna: aspetta adunque il suo ritorno e fra tanto non sa qual sia la sua vita, cio è come l'anima sensitiva essercita le sue operationi, non l'esercitando l'intellettiva.
  • 5a. «Fra tanto senza sole»: descrive lo stato d'uno infelice amante lontano da la sua Donna.
  • 9a. «Alma, deh riedi»: affettuosamente l'invita al ritorno.
  • 9b. «co 'l tuo dolce lume»: ha risguardo a quello: «Accendit Deus lumen in anima». Anzi l'anima stessa è lume.
  • 10a. «Riscalda»: al partir de l'anima i corpi freddi, come i cadaveri e quelli de' tramortiti, al ritornar, come si dice, de l'anima, si riscaldano.
  • 11a. «Torniamo»: cioè insieme co 'l corpo.
  • 12. «Dolce sarà morir di strale e d'arco»: affettuosamente detto.