V

Descrive come ne l'età giovenile per l'inesperienza fosse preso dal piacere d'una gentilissima e nobil fanciulla.

Giovene incauto, e non avvezzo ancora
Rimirando a sentir dolcezza eguale,
Non temea i colpi di quel raro strale
4Che di sua mano Amor polisce e dora.
Nè pensai che favilla in si breve hora
Alta fiamma accendesse et immortale;
Ma prender, come augel ch'impenna l'ale,
8Giovenetta gentil credea talhora.
Però tesi tra' fior d'herba novella
Vaghe reti, sfogando i tristi lai
11Per lei, che se n'andò leggiera e snella.
e 'n gentil laccio io sol preso restai
E mi furo i suoi guardi arme e quadrella,
14E tutte fiamme gli amorosi rai.

  • 1a. «Giovene incauto»: seguita il Poeta a dimostrare quanto egli fosse incauto per l'età e l'inesperienza.
  • 1b. «e non avezzo ancora»: o perchè la bellezza de la sua Donna fosse maggiore, o perchè l'età del Poeta fosse più soggetta a l'amorose passioni.
  • 4. «di quel raro strale»: due sono le saette d'Amore e, come si legge nel primo de le Trasformationi d'OVIDIO, l'una d'oro che genera amore, l'altra di piombo che fa contrario effetto.
  • 5-6. «Nè pensai che favilla in sì breve hora | Alta fiamma accendesse et immortale»: perchè s'attribuisce ad Amore non solamente l'arco e la faretra, ma la face. Gran maraviglia ch'una favilla in breve hora accendesse alta fiamma, et immortale, perchè le cose che tosto s'accendono, tosto s'estinguono. Dice «alta» per l'obbietto; «immortale» per la fama.
  • 7. «Ma prender, com'augel ch'impenna l'ale»: ha risguardo a quel terzetto di Dante nel Purgatorio: «Novo augelletto, due o tre aspetta | Ma dinanzi da gli occhi de pennati, | Rete si spiega indarno, e si saetta».
  • 9-10a. «Però tesi tra' fior d'herba novella | Vaghe reti»: tra i fiori, intende tra i fiori della poesia, perchè così sono chiamati da PINDARO: «[…] ἄνθεα δε ὕμνων νεωτέρων» et in altri luoghi da l'istesso e da ANACREONTE e dal PETRARCA «A coglier fiori in que' prati d'intorno», overo i fiori e l'herba significano i piaceri e le delitie, o morbidezze che vogliam dirle. Come s'intende ne' Trionfi: «... E Cesar, ch'in Egitto Cleopatra legò tra' fiori e l'herba».«Vaghe reti» ad imitatione similmente del Petrarca, ma con maggior maraviglia: però che colui che tendeva vi rimase incappato e divenne, come si dice in uno altro luogo, «preda» di «predatore».