XXXVIII
Ballando con la sua Donna, si lamenta che 'l ballo habbia sì tosto fine.
Questa è pur quella che percote e fiede
Con dolce colpo, che n'ancide e piace,
Man ne' furti d'Amor dotta e rapace,
4E fa del nostro cor soavi prede.
Del leggiadretto guanto homai si vede
Ignuda e bella, e se non è fallace
S'offre inerme a la mia, quasi di pace
8Pegno gentile, e di secura fede.
Lasso, ma tosto par ch'ella si penta
Mentr'io stringo, e si sottragge e scioglie
11Al fin de l'armonia ch'i passi allenta.
Deh, come altera l'odorate spoglie
Riveste, e la mia par che vi consenta:
14O fugaci diletti, o certe doglie.
- 1a. «Questa è pur quella»: si dice de le cose lungamente aspettate, o cercate, o desiderate.
- 2. «Con dolce colpo che n'ancide e piace»: il Poeta disse ciò del colpo, come Monsignor DE LA CASA del veleno: «Ahi venen novo, che piacendo ancidi».
- 3a. «Ma ne furti d'Amor»: hiperbaton, come dicono i Greci, cioè trasportatione di parole fatta per ornamento.
- 4. «E fa del nostro cor soavi prede»: dichiara quai furti sian questi e dice son furti d'Amore, son furti de l'anime, son furti che piacciono. Così disse il PETRARCA: «Questa, che col mirar gli animi fura, | M'aperse il petto, e 'l cor prese con mano».
- 7a. «S'offre inerme a la mia»: haveva detto [6] «ignuda», hor dice «inerme», per varietà: ma vale il medesimo, se non che «nuda» si dice propriamente, «inerme» per traslatione.
- 7b-8. «quasi di pace | Pegno gentile, e di secura fede»: ha risguardo a quel luogo di VIRGILIO: «Nec te noster Amor, nec te data dextera quondam». Et a quell'altro: «Pignus pacis destram tetigisse».
- 11. «Al fin de l'armonia ch'i passi allenta»: descrive l'usanza perchè cessando il suono, cessa il ballo e ciascuno ritira la mano e molti sogliono rimettersi il guanto.
- 12. «Deh come altera l'odorate spoglie»: dice che la sua Donna fa per alterezza quello che l'altre fanno per uso o per commodità.