LXXIX
Mostra che da la vista de la sua Donna ne gli animi nasce un amore ch'a guisa di foco ci purga d'ogni indegnità.
Chi serrar pensa a' pensier vili il core,
Apra in voi gli occhi e i doni in mille sparsi
Uniti in voi contempli, e 'n lui crearsi
4Sentirà nove brame e novo amore.
Ma se passar nel seno estremo ardore
Sente da gli occhi di pietà sì scarsi,
Non s'arretri o difenda, ove in ritrarsi
8Non è salute, o 'n far difesa honore.
Anzi, sì come già Vergini sacre
Nobil fiamma nudrir, aggiunga ei sempre
11L'esca soave al suo vivace foco,
Chè dolcezze soffrendo amare et acre,
E quasi Alcide ardendo, a poco a poco
14Cangierà le sue prime humane tempre.
- 1-2a. «Chi serrar pensa a' pensier vili il core | Apra in voi gli occhi»: contraposti.
- 2b-3a. «i doni in mille sparsi | Uniti in voi contempli»: di nuovo usa la medesima figura.
- 3b. «'n lui crearsi»: dimostra gli effetti che nascono di quella vista.
- 7-8a. «Non s'arretri o difenda, ove in ritrarsi | Non è salute»: «ove», cioè quando. E ciò dice, o perchè l'ardore sia inevitabile, o perchè sia salutifero.
- 8b. «'n far difesa honore»: o perchè sia ostinatione il farla, o perchè sia gloria l'esser vinto.
- 9. «Anzi sì come già Vergini sacre»: intende le Vergini nel tempio di Vesta che tenevano sempre acceso il fuoco, laonde se mai per loro negligenza s'estingueva, n'erano castigate.
- 10b-11a. «aggiunga ei sempre | L'esca soave»: il nutrimento de' pensieri e di speranze.
- 11b. «al suo vivace foco»: a l'amore, il quale dee esser conservato, come il fuoco da le Vergini Vestali.
- 12. «Chè dolcezze soffrendo amare et acre»: assomiglia questo fuoco a la fiamma con la quale hardendo Hercole sovra il rogo nel monte Eta, fu riposto nel numero de gli altri Iddij.