LXXI
Assomiglia a la Fortuna la sua Donna, la quale egli havea veduta co' capegli sparsi su la fronte.
Costei, che su la fronte ha sparso al vento
L'errante chioma d'or, Fortuna pare;
Anzi è vera Fortuna, e può beare
4E misero può far del più contento.
Dispensatrice no d'oro o d'argento,
O di gemme che mandi estraneo mare,
Ma i tesori d'Amor, cose più care,
8Fura, dona e ritoglie in un momento.
Cieca non già, ma solo a' miei martiri
Par che s'infinga tale, e cieco huom rende
11Con due luci serene e sfavillanti.
Chiedi qual sia la rota ove gli amanti
Travolve e 'l corso lor ferma e sospende?
14La rota fanno hor de' begli occhi i giri.
- 2b. «Fortuna pare»: perchè 'n questa guisa si dipinge la Fortuna e l'occasione.
- 3a. «Anzi è vera Fortuna»: il prova da gli effetti: perchè può far misero di felice, e di felice misero, quasi volendo accennare ch'egli non conosce altra Fortuna.
- 5a. «Dispensatrice no»: ha mostrato in qual cosa sian simili la sua Donna e la Fortuna. Hor mostra in che sian differenti.