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Hebbe in gratia l’Autore di tenere lo specchio inanzi alla sua donna, mentr’ella s’adornava il capo: onde ne compose questo e ’l seguente sonetto.
Ai servigi d'Amor ministro eletto,
Lucido specchio anzi 'l mio sol reggea,
E specchio intanto a le mie luci i' fea
4D’altro più chiaro e più gradito oggetto.
Ella al candido viso et al bel petto,
Vaga di sua beltà, gli occhi volgea,
E le dolci arme onde di morte è rea
8Affinar contra me prendea diletto.
Poi, come terse fiammeggiar le vide,
Ver me ratta girolle, e dal bel ciglio
11M’aventò al cor più di un pungente strale.
Lasso, ch'io non previdi il mio periglio.
Hor, se Madonna a' suoi ministri è tale,
14Quai fian le piaghe onde i rubelli ancide?