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Sonetto di ritorno.

Fuggite egre mie cure, aspri martiri,
Sotto 'l cui pondo giacque oppresso il core,
Ché per albergo hor lo destina Amore
4A le sue gioie, a' suoi dolci desiri.
Sapete ben che quand'avien ch'io miri
Que' soli accesi di celeste ardore,
Non sostenete voi l'alto splendore
8Né 'l fiammeggiar di duo cortesi giri,
Ma via fuggite, qual notturno e fosco
Stormo d'augelli inanzi al dì che torna
11A rischiarar questa terrena chiostra.
E già, s'a certi segni il ver conosco,
Vicino è 'l sol che le mie notti aggiorna,
14E veggio Amor che me l'addita e mostra.