Codice Chigiano

Insieme editoriale: Rime

Nel pieno della reclusione a Sant’Anna Tasso, scontento della caotica circolazione delle sue rime, non autorizzata e piena di sviste, decide di riorganizzare il proprio materiale lirico. Nel corso degli anni Ottanta questo versante costituisce uno dei cantieri a cui il poeta si dedica più intensamente, intrattenendo un frequente scambio con i tipografi, postillando alcune stampe edite in quel periodo e avviando un frenetico lavoro di correzione e riscrittura dei propri testi. Soprattutto, Tasso va maturando l’idea di allestire un progetto editoriale suddiviso in tre parti, ripartite tematicamente: le poesie amorose, le poesie encomiastiche e le poesie sacre. A riferirlo è lui stesso, in una lettera diretta all’editore Giovanni Giolito del 1591: «Nel primo volume de le poesie vorrei che si publicassero gli Amori; nel secondo, le Laudi e gli Encomi de’ principi e de le donne illustri; nel terzo, le cose sacre, o almeno in laude de’ prelati» (Lettere n. 1335). In realtà, solo i primi due volumi vedranno la luce (Rime. Parte prima, Mantova 1591; Rime. Parte seconda, Brescia 1593); il terzo, anche a causa della sopraggiunta morte dell’autore, non raggiungerà mai i torchi. A fine Cinquecento una simile distribuzione tematica della materia lirica non costituisce una novità. Eppure l’esempio di Tasso «è davvero importante per illustrare una sorta di definitivo affrancamento delle forme del libro di poesia del secondo Cinquecento dal modello dei Rerum vulgarium fragmenta» (Tomasi 2023, p. 44). In questa prospettiva il codice Chigiano, manoscritto autografo oggi custodito presso la Biblioteca Apostolica Vaticana (Chigiano L VIII 302), rappresenta il primo tentativo del poeta di approntare un canzoniere organico di materia amorosa, primo passo verso un più articolato impianto macrostrutturale del suo complessivo corpus di rime.

All’interno della produzione lirica tassiana l’importanza del Chigiano, confezionato tra il 1583 e il 1584 (Martignone 1990, p. 70), è ormai acquisita. Innanzitutto la sua autografia garantisce un progetto conforme alla volontà d’autore, aspetto non irrilevante a fronte dell’intricata diffusione non autorizzata delle sue poesie, di cui Tasso non manca di lamentarsi ripetutamente (es. Lettere n. 580). Inoltre il manoscritto, rimasto incompiuto, anticipa la pubblicazione delle Rime del sign. Torquato Tasso. Prima parte, licenziate dall’editore mantovano Francesco Osanna nel 1591, da intendersi come la definitiva raccolta delle sue liriche amorose, ordinate dal poeta in persona e accompagnate da numerosi autocommenti. Di questi ultimi nel manoscritto Chigiano non c’è traccia, ma gli argomenti premessi ai singoli testi «costituiscono una delle novità più rilevanti del canzoniere» (Martignone 1990, p. 74).

Il codice Chigiano è bipartito: la prima sezione è dedicata all’amore del poeta per la dama ferrarese Lucrezia Bendidio, effettivamente conosciuta da Tasso nei primi anni Sessanta in occasione di un comune soggiorno ad Abano; la seconda è diretta alla mantovana Laura Peperara, gentildonna apprezzata al tempo per i suoi meriti canori (per i suoi rapporti con Tasso si rimanda a Durante - Martellotti 2010).

Nel canzoniere, la cui lingua e veste retorica sono state studiate da Davide Colussi (2011), si avverte una parabola narrativa scandita da consueti tasselli della topica amorosa. Sulla scorta di un modello petrarchesco e bembiano, dopo un sonetto proemiale di stampo penitenziale (per uno studio dei sonetti liminali del Chigiano, si veda Martignone 1997), seguono immediatamente due componimenti incentrati sull’attimo dell’innamoramento (nn. 2-3, con riferimento alla numerazione dell’edizione Gavazzeni - Martignone 2004, da cui si cita) e un sonetto rivolto alla passione travolgente che investe l’io (n. 4). A seguire il poeta indugia sulla lode dell’amata, soffre per la sua lontananza, vive varie occasioni mondane (celebre il quartetto dedicato al ballo, nn. 29-32; per un commento vd. Torre 2019a), lamenta gli effetti della gelosia e l’atteggiamento spietato dell’amata, al punto da fantasticare sul giorno in cui la sua donna, con sgomento, si scoprirà invecchiata (nn. 48-50). Il racconto si conclude però all’insegna di una pacificazione: nella solenne canzone Quel generoso mio guerriero interno (n. 81) l’io, allontanandosi sensibilmente dal solco petrarchesco, si pente del proprio sdegno e sceglie di continuare ad assecondare il proprio amore terreno, indirizzando i propri sentimenti verso una nuova donna, Laura Peperara; una lettura critica del testo si legge in Tomasi 2013. Da un punto di vista narrativo la seconda metà del Chigiano è meno salda rispetto alla precedente. La lode per Laura, quasi sempre iscritta in una cornice bucolica, consente al poeta bisticci letterari di gusto petrarchesco, complice la sua frequente identificazione con l’aura, l’aurora e il lauro. Nella seconda parte del canzoniere Tasso inserisce anche componimenti d’elogio per altre celebri nobildonne del tempo, ossia Leonora Sanvitale (nn. 123-124, 142, 144-145, 150), Barbara Sanseverina (nn. 140 e 143), Tarquinia Molza (nn. 135 e 139) e Leonora d’Este (nn. 152-153, 155). Come ha sottolineato Vercingetorige Martignone, la scelta di concludere il volume con un motivo encomiastico nei confronti della casata estense è da intendere, nel pieno della disperazione per la prigionia, come «uno dei tanti messaggi rivolti ad Alfonso e alle sorelle (lusinghe, richieste di clemenza e di intercessione)» (Martignone 1990, p. 97). A una ravvicinata disamina di alcuni singoli testi della silloge si sono dedicati Franco Tomasi (2012), Loris Trotti (2014-2015) e Valeria Di Iasio (2017).

Struttura

Il canzoniere è scandito in due parti: la prima si compone di ottantuno componimenti (63 sonetti, 4 canzoni, 13 madrigali, 1 ballata); la seconda di settantacinque testi (47 sonetti, 3 canzoni, 22 madrigali, 3 ballate).

Storia del testo

Negli anni della sofferta reclusione ferrarese, Tasso decide di sistemare in maniera organica una parte della propria produzione lirica. L’ultima raccolta poetica congedata con la sua piena approvazione risaliva a molti anni prima, ossia al 1567, con la pubblicazione delle Rime eteree: da quel momento, pur non avendo mai smesso di comporre versi, non ne aveva più consegnati ai torchi. Tuttavia, a partire dal 1579, sempre più editori avevano cominciato a divulgare, senza il consenso dell’autore, le poesie tassiane, per lo più corrotte da molteplici imprecisioni. Queste sono le coordinate in cui Tasso, desideroso di affrancare i propri versi dal proliferare di stampe pirata, si accinge, tra il 1583 e il 1584, a confezionare un proprio canzoniere amoroso, trasmessoci da un manoscritto autografo conservato presso la Biblioteca Apostolica Vaticana (Chigiano L VIII 302, da cui prende il nome); per la descrizione dell’esemplare si rimanda a Gavazzeni - Martignone 2004, pp. IX-XII.

Il codice fotografa la frenetica attività di scrittura e riscrittura del poeta: ospita infatti numerose postille, per lo più indicazioni di spostamento, varianti soprascritte, cancellature e rifacimenti. In quattro casi, rispettivamente alle cc. 43v, 63r, 66v e 94v, i componimenti, dopo essere stati cassati, vengono riscritti in una nuova stesura (nn. 71, 105, 111, 156). I testi sono sempre autografi, ma si rilevano anche annotazioni di altre mani: una dà conto dell’ordinamento dei testi; un’altra, di epoca successiva, informa dell’eventuale esito a stampa dei singoli componimenti (per queste informazioni vd. Russo 2022, p. 378). Il travagliato iter compositivo del Chigiano è stato indagato, tra gli altri, da Isella - Gavazzeni 1973, Martignone 1990, Gavazzeni - Martignone 1997, questi ultimi autori di un’edizione critica, pubblicata nel 2004 all’interno dell’Edizione Nazionale delle opere tassiane.

Il canzoniere si compone di centocinquantasei testi, in gran parte già editi al momento del suo allestimento. Difatti novantatré componimenti del codice Chigiano erano apparsi nella Scielta delle Rime del Sig. Torquato Tasso. Parte Prima (Ferrara, Baldini, 1582); venti testi figuravano invece fra le Rime e Prose del Signor Torquato Tasso, Parte Terza (Venezia, Vasalini, 1583). L’autore li ripropone nella propria raccolta manoscritta, talvolta limitandosi a ritoccarli lievemente o, in altri casi, apportando interventi più consistenti; per alcuni affondi puntuali sulla stratificazione redazionale di alcune liriche attestate nel Chigiano si rimanda ai lavori di Caretti 1973b, in merito al sonetto n. 84 (Sì bei non sono i fiori onde Natura), e di Martignone 1995, che si sofferma invece sui primi dieci sonetti della silloge. Per settantatré componimenti del canzoniere si dispone anche di una fase redazionale intermedia, testimoniata dai postillati tassiani della stampa Baldini 1582 (Ts1 – Milano, Biblioteca Ambrosiana, S P 22), dove il poeta annota cinquantasei rime, e della stampa Vasalini (Ts2 – Roma, Biblioteca Angelica, Aut. I 24), in cui la variantistica d’autore interessa invece diciassette componimenti. Soprattutto, nel predisporre il proprio canzoniere amoroso, Tasso recupera gran parte dei versi giovanili che, non ancora ventenne, aveva indirizzato a Lucrezia Bendidio, damigella ferrarese conosciuta tra il 1561 e il 1562, e da lui mandati in stampa fra le Rime eteree (1567): in altri termini, il poeta sceglie di ritornare su testi licenziati quasi vent’anni prima, apportando qualche modifica testuale e disponendoli in posizione di apertura della nuova silloge amorosa. Delle quarantadue poesie tassiane incluse nel volume degli Eterei, ben trentacinque confluiscono nel Chigiano (trentuno nella prima sezione, quattro nella seconda), seppur con un ordine sensibilmente diverso rispetto alla disposizione primigenia. Sono solo sette i componimenti “eterei” respinti da Tasso, con tutta probabilità esclusi perché connessi a «motivi encomiastici e non amorosi» (Martignone 1990, p. 73). Oltre ad attingere da materiale poetico già edito, nel Chigiano, Tasso non manca di includere anche trentasette componimenti fino a quel momento mai attestati prima (nn. 11-15, 19, 38-39, 43-44, 47, 57-58, 61-62, 64-71), esaminati da Martignone 1990, pp. 81-83 e 98-99.

Il codice Chigiano, benché molto avanzato nella sua messa a punto, rimane incompiuto e non va a stampa, contrariamente all’intenzione manifestata dal poeta a Scipione Gonzaga in una lettera del 15 ottobre 1584 (Lettere n. 306), che «pare confermare l’esaurimento del lavoro sulle rime» (Gavazzeni - Martignone 2004, p. XIV). In quell’occasione, secondo Dante Isella (2009b, p. 101), il poeta avrebbe sottoposto all’amico «non il codice autografo, appena finito di approntare, ma proprio i due esemplari postillati (Ts1 e Ts2) che sono giunti sino a noi».

Probabilmente nel corso del 1585 Tasso spedisce il canzoniere al sacerdote bergamasco Giovan Battista Licino, perché ne tragga una copia: il manoscritto rimarrà fra le mani di quest’ultimo fino al 1589, quando verrà poi donato a Camillo Abbioso (Gavazzeni - Martignone 2004, p. IX). Il codice è da intendere, dunque, come una raccolta importante per il cantiere tassiano delle rime, ma costituisce al contempo una tappa non definitiva, in quanto dà prova delle continue revisioni d’autore e dei suoi molti ripensamenti, come nel caso di un incompiuto madrigale incentrato sulla sofferenza dell’io lirico, Vorrei lagnarmi a pieno (n. 103), vistosamente cassato a c. 62v. Secondo Martignone (1990, p. 95), sfogliando la seconda parte della silloge, decisamente più disunita rispetto alla precedente, si ha l’impressione «di trovarsi di fronte a un progetto ancora irrisolto nella mente stessa del poeta». Difatti già nel dicembre del 1586, Tasso manifesta la propria insoddisfazione verso il canzoniere, decidendosi a risistemarlo nella direzione dell’ordinamento poi approntato della stampa Osanna (Martini 1984, p. 83).

Date di elaborazione

1583-1584


Testimoni manoscritti

Edizione di riferimento
  • Tasso 2004b = Torquato Tasso, Rime. Prima parte - Tomo I. Rime d’amore (secondo il codice Chigiano L VIII 302), a cura di Franco Gavazzeni, Vercingetorige Martignone, Alessandria, Edizioni dell'Orso, 2004 (Edizione nazionale delle Opere di Torquato Tasso, vol. IV)

Bibliografia
  • Isella - Gavazzeni 1973 = Dante Isella, Franco Gavazzeni, Proposte per un’edizione delle Rime amorose del Tasso. I. Il codice Chigiano l viii 302 e i suoi rapporti con le stampe. II. La tradizione a stampa delle Rime amorose fino al 1582, in Studi di filologia e letteratura italiana offerti a Carlo Dionisotti, Milano-Napoli, Ricciardi, 1973, pp. 241-343
  • Caretti 1973b = Lanfranco Caretti, Due restauri tassiani, in Lanfranco Caretti, Studi sulle rime del Tasso, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 1973, pp. 9-112
  • De Maldé 1984 = Vania De Maldé, La tradizione delle Rime tassiane tra storia e leggenda, in «Filologia e critica», IX/2, 1984, pp. 230-253
  • Martignone 1990 = Vercingetorige Martignone, La struttura narrativa del codice Chigiano delle Rime tassiane, in «Studi tassiani», XXXVII, 1990, pp. 71-128
  • Martignone 1995 = Vercingetorige Martignone, Varianti d’autore tassiane: un sondaggio sulle Rime amorose, in «Italianistica», 24, 1995, pp. 427-435
  • Martignone 1997 = Vercingetorige Martignone, Tasso lirico fra tradizione e innovazione: i sonetti liminali del canzoniere Chigiano, in Torquato Tasso quattrocento anni dopo, Atti del convegno di Rende (25 maggio 1996), a cura di Antonio Daniele e Walter F. Lupi, Soveria Mannelli (Catanzaro), Rubbettino editore, 1997, pp. 25-31
  • Gavazzeni - Martignone 1997 = Franco Gavazzeni e Vercingetorige Martignone, Sull’edizione critica delle rime di Torquato Tasso, in «Studi di filologia italiana», 55, 1997, pp. 127-139
  • De Maldé 1999 = Vania De Maldé, Le Rime tassiane tra filologia e critica: per un bilancio dell’ultimo decennio di studi, in Torquato Tasso e la cultura estense. Atti del Convegno di Ferrara (10-13 dicembre 1995), a cura di Gianni Venturi, indice dei nomi e bibliografia generale a cura di Angela Ghinato e Roberta Ziosi, Firenze, Olschki, 1999, vol. I, pp. 317-332
  • Gavazzeni - Martignone 2004b = Franco Gavazzeni, Vergingetorige Martignone, Nota al testo, in Torquato Tasso, Rime. Prima parte - Tomo I. Rime d’amore (secondo il codice Chigiano L VIII 302), a cura di Franco Gavazzeni, Vercingetorige Martignone, Alessandria, Edizioni dell'Orso, 2004 (Edizione nazionale delle Opere di Torquato Tasso, vol. IV), IX-LVII
  • Isella 2009b = Dante Isella, Per un’edizione delle Rime amorose del Tasso, in Dante Isella, Le carte mescolate vecchie e nuove, a cura di Silvia Isella Brusamolino, Torino, Einaudi, 2009, pp. 51-114
  • Durante - Martellotti 2010 = Elio Durante - Anna Martellotti, «Giovinetta peregrina». La vera storia di Laura Peperara e Torquato Tasso, Firenze, Olschki, 2010
  • Colussi 2011 = Davide Colussi, Figure della diligenza. Costanti e varianti del Tasso lirico nel canzoniere chigiano L VIII 302, Roma-Padova, Antenore, 2011
  • Tomasi 2012 = Franco Tomasi, Lettura di Arsi gran tempo e del mio foco indegno di Torquato Tasso, in «Italique», XV, 2012, pp. 47-72
  • Tomasi 2013 = Franco Tomasi, La canzone Quel generoso mio guerriero interno di Torquato Tasso, in Le rime del Tasso: esegesi e tradizione, a cura di Emilio Russo e Franco Tomasi, Roma, L'Erma di Bretschneider (n. mon. «L’Ellisse», VIII/2), 2013, pp. 99-120
  • Trotti 2014-2015 = Loris Trotti, Il tramonto della luna. Commento alla canzone tassiana «Chi di moleste ingiuriose voci», in «Studi tassiani», LXII-LXIII, 2014-2015, pp. 55-78
  • Di Iasio 2017 = Valeria Di Iasio, I sonetti VI, VII e VIII del Chigiano: le ragioni (aperte) di una serie, in L’Italianistica oggi: ricerca e didattica, Atti del XIX Congresso dell’ADI - Associazione degli Italianisti (Roma, 9-12 settembre 2015), Beatrice Alfonzetti, Teresa Cancro, Valeria Di Iasio, Ester Pietrobon, Roma, Adi editore, 2017
  • Torre 2019a = Andrea Torre, Danza, desiderio e tempo in Tasso, in «Studi tassiani», LXVII, 2019, pp. 33-54
  • Russo 2022 = Emilio Russo, Torquato Tasso, in Autografi dei letterati italiani. Il Cinquecento. III, a cura di Matteo Motolese, Paolo Procaccioli, Emilio Russo (con la consulenza paleografica di Antonio Ciaralli), Roma, Salerno, 2022
  • Tomasi 2023 = Franco Tomasi, Le Rime: un esercizio trentennale, in Tasso, a cura di Emilio Russo e Franco Tomasi, Roma, Carocci, 2023, pp. 37-56
Edizione del testo in preparazione

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