Lettera n. 2

Mittente
Tasso, Torquato
Destinatario
Cesi, Pier Donato
Data
28 febbraio 1564
Luogo di partenza
Castelvetro
Luogo di arrivo
Bologna
Lingua
italiano
Incipit
Io so bene che colui il quale spesso è sforzato
Explicit
da questi non meritati fastidii. Viva lieta. Di Castelvetro l'ultimo di Febbraio del LXIII.
Regesto

Al vicelegato di Bologna, monsignor Cesi, Torquato invia una lunga memoria dalle terre della famiglia Rangoni, difendendosi dall’accusa di aver composto e recitato delle pasquinate contro professori e studenti dello Studio bolognese. Inizialmente, nella sezione di esordio, Tasso giustifica «con le parole» – ossia con la sola forza retorica – la propria innocenza, nonostante sia la seconda volta, nel giro di pochi mesi, che il vicelegato esamina una sua sospetta responsabilità in alcune azioni denunciate da un gruppo di calunniatori. Nel seguito, invece, l’apologia tassiana viene costruita affiancando alle «ragioni» degli oppositori quelle personali, facendo così emergere dal confronto la verità. L’accusa dalla quale Tasso si difende si appoggia su quattro argomenti, esposti in sequenza: la sua nota abilità nella composizione poetica, l’aver recitato delle pasquinate pubblicamente, l’averne riso ed essere partito improvvisamente da Bologna. Tasso respinge una alla volta le imputazioni, sostenendo di non essere l’unico in città a comporre versi, di averli già sentiti recitare da altri, di essersi divertito per la componente scherzosa delle pasquinate e infine di essersi allontanato dandone preavviso al vicelegato. Interessante per la sostanza letteraria la notazione di Tasso sulla materia grave e sullo stile dei propri versi, epico o lirico (con riferimento al Rinaldo e a una sezione delle liriche), usata per disattribuirsi la paternità di versi dallo stile comico. Di questa quotidiana attività compositiva Tasso elegge a testimoni, tra gli altri, il conte Onofrio Della Porta e Niccolò Salandri, mentre il Rettore, probabilmente Ippolito Petrucci di Urbino, e Francesco Bolognetti sono chiamati a porgere un riscontro per le ore trascorse fuori dallo Studio. Il maggiore argomento difensivo, tuttavia, è individuato da Tasso nella limpidezza dei suoi versi, letti dall’auditore criminale Marco Antonio Arresio senza trovare traccia di colpevolezza. Tasso si scagiona poi dall’accusa di aver disperso le tracce manoscritte della pasquinata, affermando di non aver avuto timore dei controlli della polizia, e si prende gioco delle ipotesi che vedono coinvolto nella questione il dottore in legge Giovanni Angelo Papio, antico amico del padre. Giunto a discolparsi dai capi imputati, Tasso rivolge le accuse contro i suoi detrattori, colpevoli di non avere prove concrete e di aver costruito un caso su un gioco satirico diffuso tra gli studenti. Per questa ragione, Tasso denuncia di essere stato messo su un piano di giudizio diverso dagli altri colleghi, sebbene sia un gentiluomo, abbia delle qualità note e soprattutto goda della protezione del duca di Urbino Guidubaldo II Della Rovere, elemento quest’ultimo da solo segno di onestà. Nel congedarsi dal vicelegato, infine, Tasso afferma di essere partito per andare a trovare il padre Bernardo a Mantova, nel frattempo inviato dal duca Guglielmo Gonzaga a Roma, ma di essere pronto a tornare a Bologna per dimostrare di persona le sue motivazioni.

Testimoni
  • Modena, Biblioteca Estense Universitaria, Est. It. 835 = alfa.G.1.18, filza n. 22, lettera n. 3, 5r-10v
    Originale, manoscritto autografo.
    Unità di manoscritto composito, 6 cc..
    Lettera firmata, indirizzo presente, indirizzo su busta, segni di piegatura, segno di sigillo.
    Note: La mano che stende la lettera è diversa da quella che si riconosce nella firma. Secondo l'ipotesi di Resta solo quest'ultima è attribuibile a Tasso (vd. Resta 1957b, p. 186, n. 22), mentre l'autografia è dubbia secondo Russo (2022, p. 383). Le carte, prima di entrare nella Biblioteca Estense, facevano parte della collezione di Girolamo Tiraboschi il quale ne inviò una copia al Serassi (1790, p. 130, n. 1; Tasso 1852-1855, I, p. 301, n. 2)
  • Firenze, Biblioteca nazionale centrale, Palatino 224/I, lettera n. 33, cc. 39-45
    Copia, manoscritto di altra mano.
    Manoscritto.
    Lettera firmata, indirizzo presente.
    Note: A fine missiva, alla c. 45, si legge, forse di altra mano rispetto a quella che scrive la lettera: «Castelvetro è Castello nel [Modanese?], che fin d’allora era feudo della famiglia Rangone; e forse il Tasso si era colà [ritirato?] sotto la protezione di quei [Signori?]».
  • London, British Library, Eg. 44, lettera n. 1, 48r-51r
    Copia, manoscritto di altra mano.
    Manoscritto.
Edizioni
Bibliografia
  • Tiraboschi 1779 = Girolamo Tiraboschi, Storia della Letteratura italiana, tomo settimo, parte terza, In Modena, presso la Società tipografica, 1779, cap. 3, par. XLVI
  • Serassi 1790 = Pietrantonio Serassi, Vita di Torquato Tasso, Bergamo, Locatelli, 1790, I, pp. 129-132
  • Mazzoni Toselli 1833 = Ottavio Mazzoni Toselli, Di Elisabetta Sirani pittrice bolognese e del supposto veneficio onde credesi morta nell'anno 27 di sua età : racconto storico, Bologna, Tipografia del Genio, 1833, pp. 44-45
  • Tasso 1871 = Bernardo Tasso, Lettere inedite di Bernardo Tasso, per Attilio Portioli dall'Archivio di Mantova, Mantova, Tip. Eredi Segna Editrice, 1871, pp. 21; 33-46
  • Solerti 1895 = Angelo Solerti, Vita di Torquato Tasso, Milano-Roma, Loescher, 1895, I, pp. 81; 85-90; II, p. 95; III, pp. 3-15, doc. I
  • Caro 1957-1961 = Annibal Caro, Lettere familiari, ed. critica con introduzione e note di Aulo Greco, Firenze, Le Monnier, 1957-1961, III, pp. 188-189
  • Resta 1957b = Gianvito Resta, Studi sulle lettere del Tasso, Firenze, Le Monnier, 1957, pp. 186-187, n. 22
  • Gigante 2007 = Claudio Gigante, Tasso, Roma, Salerno, 2007, p. 19, n. 16
  • Russo 2022 = Emilio Russo, Torquato Tasso, in Autografi dei letterati italiani. Il Cinquecento, tomo III, a cura di Matteo Motolese, Paolo Procaccioli, Emilio Russo, Roma, Salerno editrice, 2022, pp. 369-416, p. 383
Opere citate

Rime. Parte prima; Rinaldo

Nomi citati

Scheda di Valentina Leone | Ultima modifica: 15 febbraio 2024
Permalink: https://www.torquatotasso.org/lettere/2