Lettera n. 154

Mittente
Tasso, Torquato
Destinatario
Albani, Giovan Gerolamo
Data
[marzo 1581]
Luogo di partenza
Ferrara
Luogo di arrivo
Roma
Lingua
italiano
Incipit
Io venni a Ferrara chiamato da l'autorità di Vostra Signoria illustrissima
Regesto

Tasso ricorda di aver deciso di tornare a Ferrara su consiglio del destinatario della lettera, il cardinale Albani, che gli aveva prospettato la possibilità di ricevere molti «onori»; questa promessa, tuttavia, non si è ancora concretizzata, nonostante il poeta dichiari di aver debitamente onorato il duca (Alfonso II d’Este) e «gli altri principi di Ferrara e Mantova». Tasso rivendica, inoltre, di essersi sempre comportato correttamente nei confronti del duca, dei suoi ministri e dei nobili ferraresi prima del suo imprigionamento a Sant’Anna, e di aver in compenso subito da parte loro sgarbi e crudeltà; aggiunge di aver perciò deciso di mutare il suo atteggiamento nei loro confronti – anche per il sospetto che essi intendano approfittarsi delle sue «fatiche» letterarie per ottenere un «honor» di cui sono «immeritevoli» – ma di essere al contempo pronto a portare il dovuto rispetto a coloro che si comporteranno in modo corretto nei suoi confronti. Dopo aver precisato di aver voluto chiarire questi aspetti al cardinale per non perdere il suo sostegno e il debito delle «promesse», Tasso chiede all’Albani di intercedere presso il duca Alfonso II affinché vengano pubblicati il suo poema (la Gerusalemme liberata), le sue rime (sia quelle già inviate all’Albani sia quelle composte successivamente), alcuni dialoghi (Il Forno overo de la nobiltà, De la dignità, Il messaggiero) e due brevi discorsi: il Discorso della virtù eroica e della carità, dedicato al cardinale cesareo (Alberto d’Austria, fratello dell’imperatore Rodolfo II d’Asburgo) e il Discorso della virtù femminile e donnesca, dedicato alla duchessa di Mantova (Eleonora d’Asburgo); chiede inoltre che queste opere siano pubblicate sia in Germania sia in Italia con i privilegi dell’imperatore (Rodolfo II d’Asburgo) e che gli vengano riconosciuti i guadagni che se ne ricaveranno, magri o cospicui che siano, affinché possa usarli per le sue «necessità estreme». La lettera si chiude con l’auspicio che il duca Alfonso II accetti che Tasso goda del «privilegio» (di stampa) concessogli dal «granduca» (Francesco I de’ Medici, granduca di Toscana).

Edizioni
Bibliografia
  • Solerti 1895 = Angelo Solerti, Vita di Torquato Tasso, Milano-Roma, Loescher, 1895, vol. II, p. 108
  • Gigante 2007 = Claudio Gigante, Tasso, Roma, Salerno, 2007, p. 39
Opere citate

Gerusalemme liberata; Della virtù feminile e donnesca; Della virtù eroica e della carità; Il Forno overo de la nobiltà; Il messaggiero; De la dignità

Nomi citati

Scheda di Matteo Navone | Ultima modifica: 24 febbraio 2023
Permalink: https://www.torquatotasso.org/lettere/154