Della virtù feminile e donnesca

Insieme editoriale: Trattati, discorsi, orazioni

Trattatello nel quale Tasso riflette sul tema della virtù muliebre, distinguendola in due tipi: la «virtù feminile», comune all’intero genere e della quale si discute nella prima parte, e la «virtù donnesca» propria solo di donne eccelse come la dedicataria del discorso Eleonora d’Austria duchessa di Mantova, al centro della seconda sezione.

Tasso muove dalle opposte concezioni riguardo la «virtù feminile» di Platone e di Aristotele: il primo sostenitore della pari dignità delle donne nella sfera etica, poi non trasferita nella pratica; il secondo di una primaria differenza di natura che implica anche una separazione tra la virtù civile, di pertinenza maschile e provvista di valori adatti alla vita pubblica (fortezza, liberalità, eloquenza), e la virtù femminile, caratterizzata da proprie qualità (la parsimonia, il silenzio, la pudicizia) e ristretta alla dimensione domestica.

Stabilito l’accordo con la posizione più razionale di Aristotele, Tasso passa dalla definizione della «virtù feminile», adatta a donne private e a madri di famiglia (in questo senso il discorso è complementare al di poco precedente dialogo Il padre di famiglia), alla trattazione della «donnesca virtù» che attiene a una domina, cioè a una signora di superiore estrazione morale. A questa ristretta categoria di donne appartiene la virtù eroica, superiore tanto alla normale virtù femminile quanto alla virtù umana in generale. Una dote, quindi, fuori dall’ordinario che – proprio in quanto eccezione dalla norma – rende possibile per Tasso una parità della virtù eroica tra i sessi e che giustifica anche il cedimento all’amore delle «donne eroiche», non macchiate in ciò da impudicizia.

Si tratta di un paradigma etico alto, declinato poeticamente nelle diverse eroine della Gerusalemme liberata, che Tasso vede incarnato in alcune donne del suo tempo, passate in rassegna con una movenza sì cortigiana, ma in grado di elevare la virtù eroica del presente sullo stesso piano della virtus antica.

Storia del testo

Composto da Tasso nei primi tempi della prigionia a Sant’Anna nel settembre-novembre 1580, dopo il dialogo Il padre di famiglia, il discorso rientra nella serie di scritti destinati a protettori che potessero intercedere a favore della liberazione del poeta, in questo caso la duchessa di Mantova Eleonora d’Austria, madre del principe Vincenzo Gonzaga che aveva visitato Tasso nel giugno 1579 (Solerti 1895, vol. I, p. 319).

In due lettere del marzo 1581, al cardinale Giovan Gerolamo Albani e al suo segretario Maurizio Cataneo, Tasso richiede i privilegi per la stampa di alcuni dialoghi e dei «due piccioli discorsi de le virtù», quello sulla virtù femminile e donnesca e quello della virtù eroica e della carità (Lettere, ed. Guasti, 154; ivi, 156). Inoltre, in una lettera del 18 ottobre 1581 diretta a Cataneo, Tasso sembrerebbe fare riferimento all’invio di una copia del discorso a Eleonora d’Austria alla fine dell’anno precedente, oggi perduta (ivi, 190; cfr. Dutschke 1984, p. 10).

I pochi dati desumibili dalla corrispondenza epistolare danno riscontro ulteriore all’ampia tradizione manoscritta del discorso, costituita da testimoni che documentano redazioni differenti. La versione più antica del testo, in particolare, è trasmessa dal manoscritto autografo conservato nella Biblioteca Estense di Modena, Molza Viti 2, int. 2 21, cc. 15-24 (vd. Solerti 1892, pp. 61-65; Baldassarri 1979a, pp. 141-142; Dutschke 1984, p. 10; Russo 2022, p. 384).

A questa redazione segue la fase testimoniata dall’edizione pubblicata a Venezia da Bernardo Giunti nel 1582, insieme ad altre prose tassiane uscite presso il medesimo stampatore: Il Gonzaga secondo; Il Messaggiero e Il Discorso della virtù eroica e della carità. Scrivendo allo stampatore Giunti il 21 dicembre 1582, Tasso mostra di apprezzare la fattura delle edizioni veneziane, ma precisa di aver composto queste opere «fra molti disagi e molti disturbi» e di non aver gradito una stampa affrettata, volendo intervenire con «alcune mutazioni ed alcune aggiunte» (Lettere, ed. Guasti, 227).

In un momento successivo, ma in una sequenza cronologica non ancora chiara, si dispongono altre due redazioni autografe – indipendenti tra loro – che documentano un ritorno di Tasso sul testo: una è trasmessa dal codice HM 884 della Huntington Library di San Marino in California (Tasso 1875, vol. II, pp. 169-170; Solerti 1892, p. 67; Dutschke 1984, pp. 7-8; Russo 2022, p. 386); un’altra dall’esemplare postillato dell’edizione giuntina oggi in Biblioteca Apostolica Vaticana (Stamp. Barb. Cr. Tass. 13), con correzioni ai margini, cassatura di brani e aggiunta di fogli che sono il frutto della revisione tassiana attuata intorno al 1587 (vd. Carini 1962, pp. 100-101; Baldassarri 1979a, pp. 141-142; Dutschke 1984, pp. 8-9; Russo 2022, pp. 377-378).

A sé stante invece è un esemplare dell’edizione Vasalini della Parte Terza delle Rime et prose del 1583 (Tasso 1583), custodito a Roma presso la Biblioteca Angelica (Aut. I. 24), nel quale Tasso inserisce varianti e correzioni. L’unico intervento individuato nelle carte relative sul discorso Della virtù feminile e donnesca da Dutschke (1984, p. 9, n. 4), tuttavia, non è rilevato nell'ultimo censimento degli autografi tassiani (Russo 2022, p. 386).

Date di elaborazione

1580-1587


Testimoni manoscritti (vedi tutti)

Prima edizione
  • Tasso 1582b = Torquato Tasso, Discorso della virtù feminile e donnesca, del Sig. Torquato Tasso alla Serenissima Sig. Duchessa Di Mantova, etc., In Venetia, appresso Bernardo Giunti, e fratelli, 1582

Edizioni di riferimento
  • Tasso 1875 = Torquato Tasso, Le prose diverse di Torquato Tasso nuovamente raccolte ed emendate da Cesare Guasti, Firenze, Successori Le Monnier, 1875
    (vol. II, pp. 203-214)
  • Tasso 1997a = Torquato Tasso, Discorso della virtù femminile e donnesca, a cura di Maria Luisa Doglio, Palermo, Sellerio, 1997

Bibliografia
  • Tasso 1583 = Torquato Tasso, Rime et prose del Signor Torquato Tasso. Parte terza. Novamente poste in luce, In Venetia, appresso Giulio Vasalini, 1583
  • Tasso 1875 = Torquato Tasso, Le prose diverse di Torquato Tasso nuovamente raccolte ed emendate da Cesare Guasti, Firenze, Successori Le Monnier, 1875
    (vol. II, pp. 169-170)
  • Solerti 1892 = Angelo Solerti, Appendice alle opere in prosa di Torquato Tasso, Firenze, Successori Le Monnier, 1892
    (p. 67)
  • Solerti 1895 = Angelo Solerti, Vita di Torquato Tasso, Torino-Roma, Loescher, 1895
    (vol. I, p. 319)
  • Carini 1962 = Anna Maria Carini, I postillati «barberiniani» del Tasso, in «Studi tassiani», XII, 1962, pp. 97-110
    (pp. 100-101)
  • Baldassarri 1979a = Guido Baldassarri, Una “microfilmoteca” di postillati tassiani, in «Studi tassiani», XXVII, 1979, pp. 141-142
  • Dutschke 1984 = Dennis Dutschke, Il discorso tassiano De la virtù feminile e donnesca, in «Studi tassiani», XXXII, 1984, pp. 5-28
  • Doglio 1999 = Maria Luisa Doglio, Il Tasso e le donne. Intorno al Discorso della virtù feminile e donnesca, in Torquato Tasso e la cultura estense. Atti del Convegno di Ferrara (10-13 dicembre 1995), a cura di Gianni Venturi, indice dei nomi e bibliografia generale a cura di Angela Ghinato e Roberta Ziosi, Firenze, Olschki, 1999, vol. II, pp. 505-521
  • Gigante 2007 = Claudio Gigante, Tasso, Roma, Salerno, 2007
    (p. 40)
  • Ferretti 2013 = Francesco Ferretti, Pudicizia e «virtù donnesca» nella Gerusalemme liberata, in «Griseldaonline», XIII, 2013, pp. 1-43
  • Boni 2017 = Fabio Boni, La riflessione di Torquato Tasso sulla donna nel Discorso della virtù feminile e donnesca, in «Annales Universitatis Paedagogicae Cracoviensis. Studia de Cultura», IX, 1, 2017, pp. 215-223
  • Russo 2022 = Emilio Russo, Torquato Tasso, in Autografi dei letterati italiani. Il Cinquecento. III, a cura di Matteo Motolese, Paolo Procaccioli, Emilio Russo (con la consulenza paleografica di Antonio Ciaralli), Roma, Salerno, 2022
    (pp. 377-378; 384; 386)

Risorse correlate
Edizione del testo in preparazione

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