Lettera n. 1183

Mittente
Tasso, Torquato
Destinatario
Costantini, Antonio
Data
1 novembre 1589
Luogo di partenza
Roma
Luogo di arrivo
Mantova
Lingua
italiano
Incipit
Vostra Signoria dee scusare in tutte le cose mie la tardanza
Regesto

Ringraziando Costantiti della sua liberalità (cui spera di poter fare ancora affidamento) e scusandosi per il ritardo nel rispondere alle sue richieste, Tasso invia un altro madrigale (Rime, 1454, Sacra e mirabil onda; o Rime, 1455, Oh di qual padre e di quanti avi illustri) per il battesimo di Guglielmo Domenico Gonzaga, terzogenito del duca di Mantova Vincenzo I Gonzaga, da presentare a lui e alla duchessa Eleonora de' Medici. Confessa che avrebbe voluto realizzare un'opera più adatta all'occasione, ma che il pessimo stato di salute gli impedisce di scrivere nell'immediato anche solo altri componimenti, che però spera di inviare con il prossimo corriere. Afferma di aver risposto a Fabio Gonzaga e di sperare nella sua intercessione presso il duca di Mantova. Tasso presenta poi a Costantini il proprio progetto per la pubblicazione delle opere, augurandosi che il destinatario possa aiutarlo nel copiarle e nello stamparle: vorrebbe un'edizione in folio o in quarto, che separi le rime dalle prose; le prime vorrebbe dividerle in tre parti (amorose, encomiastiche e sacre) così come le seconde, in cui raggrupperebbe lettere, dialoghi e discorsi. A rigurardo, confessa che mentre le rime sono per buona parte ricopiate e poste in pulito, non è così per le prose. Vorrebbe inoltre ripubblicare la tragedia (Il Re Torrismondo) e il poema riformato (Gerusalemme liberata in Gerusalemme conquistata). Riconosce la bontà del consiglio di Costantini (in riferimento, forse, a realizzare la pubblicazione delle opere a Venezia, come si può dedurre dalla conclusione della missiva), ma la propria indigenza e la propria infemità gli impediscono di lavorare alla revisione delle proprie opere, per cui si troverebbe comunque costretto a contare sulla beneficenza o del duca di Terranova Carlo d'Aragona Travaglia, o del signor Fabio Gonzaga. Richiede poi alcuni libri: le «Rime antiche» (Giuntina di rime antiche, Firenze, Giunti, 1527), il poema L'Italia liberata dai Goti di Gian Giorgio Trissino; l'Avarchide e altre opere di Luigi Alamanni, e il Decameron. Tutti libri che vorrebbe pagare dando in cambio copie del Floridante. Afferma che proverà a contattare i signori veneziani indicatigli da Costantini, e gli promette di onorarlo per la sua benevolenza e generosità nei propri dialoghi. Conclude promettendo la scrittura e invio di alcuni sonetti entro Natale, sperando che possano procurargli qualche aiuto maggiore di quello avuto con la celebrazione di occasioni mondane.

Edizioni
Opere citate

Gerusalemme liberata; Il Re Torrismondo; Rime. Parte prima; Rime. Parte seconda; Rime. Parte terza; Gerusalemme conquistata

Nomi citati

Scheda di Elisabetta Olivadese | Ultima modifica: 21 luglio 2024
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