Allegoria del poema

Insieme editoriale: Scritti teorici

Breve testo in prosa che illustra l’allegoria della favola della Gerusalemme liberata, composto da Tasso nel corso della cosiddetta «revisione romana» per difendere alcuni passaggi del poema più esposti a opposizioni.

In apertura, Tasso definisce la poesia epica come un composto di imitazione e di allegoria, essendo la prima rappresentazione delle azioni dell’uomo attraverso l’evidenza della parola, in grado di dilettare gli uomini; la seconda, invece, sguardo dotato di un valore conoscitivo sulle cause intime dell’agire umano, mosso da ragioni e passioni. Da questa premessa, Tasso procede a rintracciare i significati allegorici della Liberata, recuperando un’immagine già usata nello scambio epistolare con Scipione Gonzaga dell’esercito crociato come unico corpo composto da diverse membra (Lettere, ed. Guasti, 25, lettera del 15 aprile 1575) – espressione dell’unità di molti verso un unico fine – e accordandola alla teoria della tripartizione dell’anima (razionale, irascibile, concupiscibile), esposta nella Repubblica di Platone (IV, 439a-441d). Secondo la linea interpretativa indicata da Tasso, il capitano Goffredo simboleggia la guida suprema della ragione, i due principali guerrieri dell’esercito rappresentano le altre due potenze dell’animo e gli altri crociati rappresentano il corpo: in particolare, Rinaldo è espressione dell’impulso irascibile e Tancredi della passione trascinata dal desiderio. L’accordo tra le diverse forze operato da Goffredo, indispensabile alla vittoria finale, si preannuncia dunque come un sofferto conflitto dell’intelletto contro gli ostacoli esterni e soprattutto contro gli «intrinseci impedimenti», entrambi aspetti riconducibili a una matrice infernale (così vengono letti gli incanti di Ismeno nella selva e la seduzione di Armida) a cui si oppongono gli interventi celesti inviati da Dio (gli angeli, ma anche gli intermediari, come Pietro l’Eremita e il saggio di Ascalona).

Per questa via di risignificazione allegorica Tasso riesce a sottrarre dalle obiezioni poetiche e dalle riserve morali le zone del poema dominate dal meraviglioso, dagli amori e dagli errori dei crociati, all’origine delle sezioni di marca lirica e romanzesca costitutive dell’ossatura epica della Liberata. Allo stesso modo la superiorità di Goffredo e la necessità di Rinaldo nell’esercito, su cui Tasso riflette a lungo durante la revisione del poema, sono ancorate al rapporto complementare tra la testa e la mano, tra la ragione e l’azione, salvaguardando il principio poetico tassiano di «unità mista» e ponendo quale condizione essenziale per la conquista di Gerusalemme la partecipazione corale dei crociati all’impresa.

Storia del testo

La composizione avviene in tempi rapidi, tra la tarda primavera e l’estate del 1576, per difendere dalle critiche di immoralità gli amori e gli incanti, materia per Tasso essenziale e conveniente al poema epico ma, a causa della «strettezza de’ tempi», bisognosa di una giustificazione ulteriore che si aggiungesse alla ragione poetica (vd. Solerti 1895, vol. I, pp. 233-234; Gigante 2007, pp. 160-166).

Nella lettera del 15 giugno 1576, diretta a Scipione Gonzaga, Tasso definisce l’Allegoria «fatica novissima e fatta la settimana passata» (Lettere, ed. Guasti, 79), allegando probabilmente il testo alla missiva. Il manoscritto inviato a Roma, stando alle parole di Tasso, mostra una scrittura trascurata e piena di cancellature e «alquanto inordinata» (ibidem); soprattutto, presenta degli spazi bianchi «accioché il signor Flaminio [de’ Nobili] il riempia a suo modo» (ivi, 76).

Sottoposto quindi alla lettura avvertita di Flaminio de’ Nobili, per verificarne la correttezza dal punto di vista filosofico, il testo viene restituito a Tasso con alcune considerazioni alla fine di luglio del 1576 (ivi, 84, lettera del 29 luglio). Tuttavia, di questa tradizione manoscritta nulla al momento è pervenuto (Minesi 1984, p. 133).

L’Allegoria, concepita da Tasso per essere stampata «in fronte del poema» (Lettere, ed. Guasti, 79), viene pubblicata invece nel fascicolo finale della prima stampa del 1581 a cura di Febo Bonnà (Tasso 1581d, pp. *1-*9), con dedicatoria del 24 giugno (Solerti 1895-1896, vol. I, pp. 142-143). Altri studiosi hanno sostenuto invece l’anteriorità della stampa curata da Celio Malespini (Tasso 1581e, cc. π9r- π12r), con dedica datata il 28 giugno, proprio per la collocazione del testo in apertura (Serassi 1790, vol. II, pp. XV-XVI; Guidi 1868, pp. 3-5).

Date di elaborazione

maggio-luglio 1576


Relazioni

Prima edizione
  • Tasso 1581d = Torquato Tasso, Gierusalemme liberata, poema heroico del Sig. Torquato Tasso. Al Sereniss. Signore, il Signor Donno Alfonso II d’Este Duca di Ferrara, etc. Tratta dal vero Originale, con aggiunta di quanto manca nell’altre Edittioni, et con l’Allegoria dello stesso Autore, In Ferrara, [per Vittorio Baldinj], 1581
    (pp. *1-*9)

Edizione di riferimento
  • Tasso 1895-1896 = Torquato Tasso, Gerusalemme liberata. Poema eroico di Torquato Tasso, edizione critica sui manoscritti e le prime stampe a cura di Angelo Solerti e cooperatori, Firenze, Barbèra, 1895-1896
    (vol. II, pp. 25-30)

Bibliografia
  • Tasso 1581e = Torquato Tasso, Il Goffredo del S. Torquato Tasso. Novamente corretto, et ristampato. Con gli Argomenti, et Allegorie a ciascun Canto d’incerti Auttori. Aggiontovi due copiosissime Tavole; L’una delle quali contiene tutti i principij dell’Ottave per ordine d’Alfabeto; L’altra li nomi proprij, et materie principali, che nell’opera si leggono, In Venetia, appresso Gratioso Perchacino, 1581
    (cc. π9r- π12r)
  • Serassi 1790 = Pietrantonio Serassi, La vita di Torquato Tasso scritta dall'abate Pierantonio Serassi, Bergamo, Locatelli, 1790
    (vol. II, pp. XV-XVI)
  • Guidi 1868 = Ulisse Guidi, Annali delle edizioni e delle versioni della Gerusalemme liberata e d’altri lavori al poema relativi, Bologna, Presso la Libreria Guidi, 1868
    (pp. 3-5)
  • Tasso 1895-1896 = Torquato Tasso, Gerusalemme liberata. Poema eroico di Torquato Tasso, edizione critica sui manoscritti e le prime stampe a cura di Angelo Solerti e cooperatori, Firenze, Barbèra, 1895-1896
    (vol. I, pp. 142-143)
  • Solerti 1895 = Angelo Solerti, Vita di Torquato Tasso, Torino-Roma, Loescher, 1895
    (vol. I, pp. 233-234)
  • Derla 1978 = Luigi Derla, Sull'allegoria della Gerusalemme liberata, in «Italianistica», VII, 1978, pp. 473-488
  • Minesi 1984 = Emanuela Minesi, Indagine critico-testuale e bibliografica sulle Prose diverse di T. Tasso, in «Studi tassiani», XXXII, 1984, pp. 123-146
    (p. 133)
  • Olini 1985 = Lucia Olini, Dalle direzioni di lettura alla revisione del testo: Tasso tra Allegoria del poema e Giudizio, in «La Rassegna della letteratura italiana», LXXXIX, 1, 1985, pp. 53-68
  • Larivaille 1997 = Paul Larivaille, Dalla prassi alla teoria: l'allegoria nella Gerusalemme liberata, in Dal Rinaldo alla Gerusalemme: il testo, la favola, Atti del Convegno Internazionale di Studi Torquato Tasso quattro secolo dopo, Sorrento, 17-19 novembre 1994, a cura di Dante Della Terza,, Sorrento, Città di Sorrento-Eurograf, 1997, pp. 131-152
  • Molinari 2003 = Carlo Molinari, Torquato Tasso e l'«eccesso de la verità», in Sul Tasso. Studi di filologia e letteratura italiana offerti a Luigi Poma, Roma-Padova, Editrice Antenore, 2003, pp. 451-509
  • Gigante 2007 = Claudio Gigante, Tasso, Roma, Salerno, 2007
    (pp. 160-166)
  • Confalonieri 2013 = Corrado Confalonieri, Platone tra maschera e smascheramento. Una rilettura dell'Allegoria del poema di Tasso, in «Campi immaginabili», 48-49-50-51, 2013, pp. 132-156

Risorse correlate
Edizione del testo in preparazione

Scheda di Valentina Leone | Cita questa pagina