La Cavaletta overo de la poesia toscana

Insieme editoriale: Dialoghi filosofici

Il dialogo che coinvolge Orsola Bertolai, poetessa ferrarese, il marito Ercole Cavaletti e il Forestiero Napolitano – maschera sotto cui si cela Tasso – prende avvio dal confronto tra un sonetto di Francesco Beccuti detto il Coppetta (Locar sopra gli abissi i fondamenti) e un altro sul medesimo tema di Giovanni Della Casa, Questa vita mortal, ch’in una o ’n due, che nella Lezione pronunciata presso l’Accademia Ferrarese era già stato eletto da Tasso a paradigma esemplare di una poesia di stile grave e ornata con un magistrale artificio tecnico.

Le ragioni della superiorità del componimento dellacasiano, sostenute dal Forestiero, si appuntano sulla maggiore gravità della chiusa del sonetto, raggiunta attraverso l’inserimento nelle rime delle terzine di una coppia di consonanti prima della vocale finale (così, le parole rima ai vv. 10-11 e 13-14 scopre, misti; apristi e opre). Al contrario, la sonorità discendente del sonetto di Coppetta – con clausole rimiche tendenti verso una sonorità tenue (ai vv. 9, 11 e 12, 14 possanza, offese, avanza, intese) – mostra un imperfetto adeguamento della nobiltà della materia alla forma stilistica, che dovrebbe invece puntare all’accrescimento del sublime. Il giusto accordo tra materia e temperatura stilistica (distinta in dolce, temperata e grave) è mostrato attraverso una rassegna delle combinazioni di rime nei terzetti in versi di autori toscani, prelevati dalla Giuntina di rime antiche (Firenze, Giunta, 1527) postillata da Tasso in un esemplare conservato attualmente presso la Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia (52 D 218). Un catalogo di esempi che sancisce l’esclusione dalla gamma stilistica coperta dal sonetto del tono umile, ritenuto adatto invece per altre forme metriche, come il madrigale e la ballata.

Quest’ultima opinione è argomentata dal Forestiero in contrasto con il giudizio esposto da Dante nel De vulgari eloquentia (II, III-IV). Il testo dantesco, letto da Tasso nella traduzione offerta da Giovan Giorgio Trissino nella Poetica del 1529 (uno dei postillati tassiani è ora in collezione privata), è ripreso da vicino nel dialogo, per essere però limitato a un insieme di regole che i grandi poeti – raccolti dal Forestiero in un canone che comprende lo stesso Dante, Petrarca, Bembo, Bernardo Cappello, Bernardo Tasso e Della Casa – adattano alla propria libertà espressiva, avvalendosi della retorica e della dialettica ed eccellendo nell’arte di dissimulare l’arte, di ricoprirla con la finzione poetica.

Struttura

Dialogo filosofico. Interlocutori: Orsina (Orsola) Bertolai Cavaletti; Forestiero Napolitano; Ercole Cavaletti.

Storia del testo

Il dialogo viene completato entro la prima metà di febbraio del 1585, come suggerisce una lettera di Tasso del 15 dello stesso mese a don Angelo Grillo: in quella occasione, il poeta prometteva di rimandare a una successiva visita di don Basilio Zaniboni – mediatore degli scambi di manoscritti con il padre benedettino – l’invio del testo che effettivamente sarà spedito il 1° marzo con il dialogo De la pace (Lettere, ed. Guasti, 338; ivi, 341; ivi, 345).

Il 28 novembre 1585, probabilmente senza avere dinanzi una copia del testo, Tasso comunicava di essere incorso in alcuni errori di computo metrico e trasmetteva a Giovan Battista Licino una correzione in vista della stampa del dialogo (ivi, 446). Diversi mesi dopo, il 20 maggio 1586, Tasso si lamentava con il cugino Cristoforo di non avere notizie sull’avanzamento dei lavori tipografici (ivi, 499), desiderando rivedere il testo e intervenire su alcuni aspetti come emerge da un’altra lettera ad Angelo Grillo (ivi, 502).

Il dialogo viene pubblicato la prima volta nella primavera del 1587 all’interno della Quinta e sesta parte delle Gioie di rime e prose (Tasso 1587d), curata da Licino, con dedica a Cristoforo Tasso. Insoddisfatto della prima edizione a stampa, Tasso chiedeva a Licino la restituzione del manoscritto del dialogo con una lettera del 2 giugno 1587 (Lettere, ed. Guasti, 825). Tuttavia, di questa tradizione manoscritta al momento non sono note testimonianze diverse da quelle epistolari (Raimondi 1958, pp. 44-46; 156-157).

La revisione e l’accrescimento del testo, rimasti presumibilmente allo stato progettuale, sono annunciati in una lettera del settembre 1587 diretta a Licino, dove si parla di una aggiunta stimolata dalla lettura della Poetica di Giovan Giorgio Trissino (Lettere, ed. Guasti, 888; per le postille a Trissino vd. Baldassarri 1983b).

Date di elaborazione

febbraio 1585-


Prima edizione
  • Tasso 1587d = Torquato Tasso, Dialoghi e discorsi del Signor Torquato Tasso sopra diversi soggetti. Di nuovo posti in Luce e da lui riveduti e corretti. Dialogo Della Poesia Toscana. Per ordine alle sue Prose. Quinta Parte, in Torquato Tasso, Gioie di rime e prose del Signor Torquato Tasso. Nuovamente poste in luce per ordine dell’altre sue opere. Quinta e sesta parte, In Venetia, ad istanza di Giulio Vasalini Libraro in Ferrara, 1587

Edizioni di riferimento
  • Tasso 1958 = Torquato Tasso, Dialoghi, edizione critica a cura di Ezio Raimondi, Firenze, Sansoni, 1958
    (vol. II, tomo II, pp. 611-668)
  • Tasso 1991 = Torquato Tasso, Dialoghi. Il Messaggiero, Il Padre di famiglia, Il Malpiglio, La Cavaletta, La Molza, a cura di Bruno Basile, Milano, Mursia, 1991
    (pp. 185-244)
  • Tasso 1998a = Torquato Tasso, Dialoghi, a cura di Giovanni Baffetti, introduzione di Ezio Raimondi, Milano, Rizzoli, 1998
    (vol. II, pp. 669-728)

Bibliografia
  • Raimondi 1958 = Ezio Raimondi, Introduzione, in Torquato Tasso, Dialoghi, edizione critica a cura di Ezio Raimondi, Firenze, Sansoni, 1958, vol. I
    (pp. 44-46; 156-157)
  • Baldassarri 1983b = Guido Baldassarri, Per un diagramma degli interessi culturali del Tasso. Postille inedite al Trissino, in «Studi tassiani», XXIX-XXX, 1983, pp. 5-18
  • Russo 2002 = Emilio Russo, L’ordine, la fantasia e l’arte: ricerche per un quinquennio tassiano (1588-1592), Roma, Bulzoni, 2002
    (pp. 73-115)
  • Russo 2005 = Emilio Russo, Studi su Tasso e Marino, Padova, Antenore, 2005
    (pp. 39-67)
  • Gigante 2007 = Claudio Gigante, Tasso, Roma, Salerno, 2007
    (pp. 228; 248-249)
  • Incandela 2020 = Marika Incandela, La Giuntina Zeno: annotazioni tassiane a margine dei versi danteschi, in Oltre la Commedia. Dante e il canone antico della lirica (1450-1600), a cura di Laura Banella e Franco Tomasi, Roma, Carocci, 2020, pp. 157-170
  • Russo 2022 = Emilio Russo, Torquato Tasso, in Autografi dei letterati italiani. Il Cinquecento. III, a cura di Matteo Motolese, Paolo Procaccioli, Emilio Russo (con la consulenza paleografica di Antonio Ciaralli), Roma, Salerno, 2022
    (pp. 398-399)
  • Davoli 2022 = Francesco Davoli, Le auctoritates volgari nei commenti tassiani: alcuni rilievi sulla Lezione, le Considerazioni e La Cavaletta, in Leggere, commentare, postillare nel Rinascimento, a cura di Elisabetta Olivadese e Nicole Volta, Torino, I libri di Emil, 2022, pp. 81-96
    (pp. 89-95)
  • Motta 2023 = Uberto Motta, I Dialoghi, in Tasso, a cura di Emilio Russo e Franco Tomasi, Roma, Carocci, 2023, pp. 159-187
    (pp. 177-178)

Risorse correlate
Edizione del testo in preparazione

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