Il Rangone overo de la pace

Insieme editoriale: Dialoghi filosofici

Il dialogo si svolge tra il Forestiero Napolitano, maschera platonica di Tasso, e il sodale modenese Torquato Rangoni che riporta la discussione tra due gentiluomini, un bolognese e il ferrarese Camillo Gualengo, sul modo di risolvere un dissidio fra altri due persone di status sociale diverso.

Da questa struttura a incastro, che apre uno scorcio anche su questioni essenziali in tema d’onore e di precedenza, il ragionamento prende le mosse dalla definizione di pace come unione proposta dal gentiluomo bolognese, facendo propria un’idea esposta dal concittadino Fabio Albergati nel Trattato del modo di ridurre a pace l’inimicizie private (Zannetti, Roma, 1583). Prendendo le distanze da questa posizione, il Forestiero propone invece di identificare il concetto di pace nell’unità che è detta discorde concordia degli elementi e «perfetta congiunzione» in uno del molteplice, con una definizione che ricorda la celebre pagina dei Discorsi sulla coesione nella varietà del poema narrativo. Al contrario, l’unione è circoscritta a semplice sommatoria di istanze discordanti ed è perciò minata continuamente nella sua stabilità dalle passioni.

Arricchita dal principio di unità, la definizione dell’essenza della pace è assimilata in chiusura al «divino silenzio» e lasciata nell’ambito del non dicibile: «e perché di lei non si può ragionar convenevolmente, si chiama convenevolmente il silenzio». E su questo silenzio, che risolve ogni lite, la vera pace – al di là dell’interesse privato e civile – è sospinta da Tasso in una dimensione trascendente e sovraumana, che ne rivela l’origine divina.

Struttura

Dialogo filosofico. Interlocutori: Torquato Rangone; Forestiero Napolitano

Storia del testo

La dedica alla granduchessa di Toscana Bianca Cappello, in data 13 luglio 1584 (Lettere, ed. Guasti, 294), collocherebbe la stesura del dialogo nel periodo immediatamente antecedente e comunque successivo alla pubblicazione nel 1583 dell’opera citata di Fabio Albergati (Basile 1991, pp. 43-44). Tuttavia, è stata avanzata l’ipotesi che il dialogo sia stato composto nei primi mesi del 1585 e che la data della dedica stata ritoccata per renderla precedente allo scoppio della polemica con l’Accademia della Crusca nel febbraio 1585. In questo senso, lo stesso tema del dialogo sarebbe funzionale a una rappacificazione di Tasso con l’ambiente fiorentino (vd. Vagni 2019a, p. 134).

La congettura di una composizione perfezionata all’inizio del 1585 sarebbe suffragata, del resto, da una lettera di Tasso alla granduchessa di Toscana, datata al 9 febbraio 1585, in cui il poeta dichiara di aver inviato il mese precedente «un dialogo ed una canzona» (Lettere, ed. Solerti, XXXVII). Le lettere tassiane documentano un lavorio sul testo a metà febbraio del 1585, quando Tasso promette una copia del dialogo a don Angelo Grillo, anche se priva di alcuni passaggi rispetto alla «copia migliore» (Lettere, ed. Guasti, 338, lettera del 15 febbraio). Il 1° marzo Tasso avverte il Grillo dell’invio dei dialoghi Della pace e Della poesia toscana, affidati a don Basilio Zaniboni, e in una lettera del 9 giugno lo prega di conservarne le copie, in caso servissero per una stampa curata da Giovan Battista Licino (ivi, 345; ivi, 388; vd. anche ivi, 527).

Stando agli studi condotti da Ezio Raimondi, la redazione più antica del dialogo è testimoniata da una copia eseguita da Giulio Mosti e conservata a Modena, Biblioteca Estense di Modena, Molza Viti, 2, int. 2 23, la quale reca il titolo Il Forestiero overo de la pace poi mutato (Raimondi 1958, pp. 39-40; 131).

Sotto la direzione di Licino il dialogo è pubblicato senza la dedica a Bianca Cappello a Venezia nel 1586, all’interno della Parte Quarta delle Rime e Prose (Tasso 1586b), in una versione del testo posteriore a quella del manoscritto modenese e che sarebbe portatrice delle ultime varianti d’autore (Raimondi 1958, pp. 132-134). Quella veneziana è tuttavia un’edizione che scontenta profondamente Tasso, sia per la quantità di errori sia perché portatrice di testi non revisionati prima della stampa (Lettere, ed. Guasti, 486; ivi, 503).

Date di elaborazione

1584-1585


Testimoni manoscritti

Prima edizione
  • Tasso 1586b = Torquato Tasso, Dialoghi et discorsi del Sig. Torq. Tasso. In diverse materie. Nuovamente posta in luce, in Torquato Tasso, Delle Rime et Prose del Sig. Torquato Tasso. Parte quarta. Di nuovo posta in luce, con gli Argomenti dell’istesso Autore, In Venetia, appresso Giulio Vasalini, 1586
    (pp. [85]-103)

Edizioni di riferimento
  • Tasso 1958 = Torquato Tasso, Dialoghi, edizione critica a cura di Ezio Raimondi, Firenze, Sansoni, 1958
    (vol. II, tomo I, pp. 525-544)
  • Tasso 1998a = Torquato Tasso, Dialoghi, a cura di Giovanni Baffetti, introduzione di Ezio Raimondi, Milano, Rizzoli, 1998
    (vol. I, pp. 581-594)

Bibliografia
  • Raimondi 1958 = Ezio Raimondi, Introduzione, in Torquato Tasso, Dialoghi, edizione critica a cura di Ezio Raimondi, Firenze, Sansoni, 1958, vol. I
    (pp. 39-40; 131)
  • Basile 1991 = Bruno Basile, Accertamenti tassiani (in margine ai Dialoghi), in Studi in onore di Bortolo Tommaso Sozzi, a cura di Aldo Agazzi, Bergamo, Centro di Studi tassiani, 1991, pp. 37-57
    (pp. 43-44)
  • Rossi 2007 = Massimo Rossi, «Io come filosofo era stato dubbio». La retorica dei Dialoghi di Tasso, Bologna, il Mulino, 2007
    (pp. 63-94)
  • Gigante 2007 = Claudio Gigante, Tasso, Roma, Salerno, 2007
    (pp. 228; 246-247)
  • Vagni 2019a = Giacomo Vagni, Fra realtà biografica e verosimile letterario. Primi appunti sui personaggi dei Dialoghi di Tasso, in «Imitazione di ragionamento». Saggi sulla forma dialogica dal Quattro al Novecento, a cura di Vincenzo Caputo, Milano, Franco Angeli, 2019, pp. 127-138
    (pp. 133-134)
  • Motta 2023 = Uberto Motta, I Dialoghi, in Tasso, a cura di Emilio Russo e Franco Tomasi, Roma, Carocci, 2023, pp. 159-187
    (pp. 175-176)

Risorse correlate
Edizione del testo in preparazione

Scheda di Valentina Leone | Cita questa pagina