Il Beltramo overo de la cortesia

Insieme editoriale: Dialoghi filosofici

Il testo compone un trittico di argomento morale con i dialoghi De la gelosia e De la pietà.

Punto di origine del dialogo è la discussione della definizione di cortesia come forma di ingiustizia proposta dall’interlocutore eponimo, l’abate Beltramo, in quanto l’uomo cortese conserverebbe poco per sé donando il resto senza giusta equità.

Da qui il Forestiero Napolitano, maschera di Tasso, guida la discussione al fine di riportare la cortesia sul piano della virtù, dimostrandone l’affinità con l’esercizio della giustizia sulla scorta della riflessione di Dante nel Convivio. In questa direzione, la cortesia viene individuata come virtù compiuta che abbraccia in sé le altre virtù particolari indispensabili per la reputazione di un uomo di corte (liberalità; mansuetudine; temperanza; modestia; fortezza). Si viene così a definire il profilo etico del «buon cortigiano», esempio di misura e moderazione sul fondamento dell’Etica di Aristotele, ma anche su una grammatica di comportamento che, rispetto al Cortegiano di Baldassarre Castiglione, propone un quadro aggiornato alla seconda metà del Cinquecento.

Stabilita l’equazione tra cortesia e giustizia, entrambe virtù compresenti nel perfetto uomo di corte, il testo si chiude con un intarsio di tessere poetiche e letterarie, tratte da Virgilio, Petrarca, Boccaccio, come dal patrimonio dei romanzi cavallereschi filtrato dalla memoria dantesca, che attenuano la piega morale del dialogo.

Struttura

Dialogo filosofico. Interlocutori: Forestiero Napolitano; abate Beltramo; conte Ottavio Tassone; capitan P.M.

Storia del testo

La stesura più antica del dialogo, di mano di Tasso, è conservata alle cc. 23r-38v del codice It. IX, 189 (6287) della Biblioteca Marciana di Venezia, contenente anche il primo abbozzo dei dialoghi Della gelosia e Della pietà e il frammento dell’incompiuto Ardizio over di quel che basta, in fascicoli solo in seguito aggregati alle carte del Floridante, in gran parte autografe di Bernardo Tasso (Perotti 2019, p. 105; Russo 2022, p. 386). Sulla base della corrispondenza tematica con alcune lettere tassiane del 1579 che contengono riflessioni attorno alla giustizia, Ezio Raimondi ha assegnato questa prima redazione – recante nel codice il titolo Il Forestiero Napolitano overo de la cortesia – al 1579 (Raimondi 1955; Id. 1958, pp. 13-15). Tuttavia, secondo l’ipotesi avanzata da Giacomo Vagni (2019a, pp. 136-137) la stesura del dialogo sarebbe successiva alla composizione del Padre di famiglia, terminata nel settembre 1580.

Portatore di una fase successiva e definitiva del dialogo, sebbene Tasso per un certo periodo continui ad apportare modifiche anche sul codice marciano, è il manoscritto autografo conservato a Modena presso la Biblioteca Estense, Raccolta Molza Viti, 2, int. 2 26, cc. 1r-10r (Raimondi 1958, pp. 80-82; Russo 2022, p. 384).

Notizie di una avvenuta revisione del testo, tra il 1584 e il 1585, compaiono nelle lettere dell’inizio del 1585, quando Tasso annuncia il 1° marzo ad Angelo Grillo di inviargli in lettura il dialogo, dopo aver recuperato il manoscritto probabilmente da Francesco Villa (Raimondi 1958, p. 16), ma il 23 marzo – ancora privo della copia più avanzata del testo – è costretto a promettere una trascrizione della «prima copia» (Lettere, ed. Guasti, 345; ivi, 354). Proprio a Francesco Villa, con una lettera del 25 marzo 1585, Tasso trasmette un conciero, pregando il gentiluomo bergamasco di consegnare il manoscritto a Giovan Battista Licino (Lettere, ed. Solerti, XXXIX).

La prima edizione del dialogo compare senza dedica nel 1586 all’interno della Parte quarta delle Rime e prose, uscita a Venezia dai torchi di Giulio Vasalini e curata dal Licino senza una ulteriore revisione o un controllo diretto da parte dell’autore (Tasso 1586b).

Date di elaborazione

1579-1586


Testimoni manoscritti

Prima edizione
  • Tasso 1586b = Torquato Tasso, Dialoghi et discorsi del Sig. Torq. Tasso. In diverse materie. Nuovamente posta in luce, in Torquato Tasso, Delle Rime et Prose del Sig. Torquato Tasso. Parte quarta. Di nuovo posta in luce, con gli Argomenti dell’istesso Autore, In Venetia, appresso Giulio Vasalini, 1586
    (pp. [49]-66)

Edizioni di riferimento
  • Tasso 1958 = Torquato Tasso, Dialoghi, edizione critica a cura di Ezio Raimondi, Firenze, Sansoni, 1958
    (vol. II, tomo I, pp. 115-128)
  • Tasso 1998a = Torquato Tasso, Dialoghi, a cura di Giovanni Baffetti, introduzione di Ezio Raimondi, Milano, Rizzoli, 1998
    (vol. I, pp. 185-195)

Bibliografia
  • Raimondi 1955 = Ezio Raimondi, Questioni tassiane, in «Studi di filologia italiana», XIII, 1955, pp. 297-318
  • Raimondi 1958 = Ezio Raimondi, Introduzione, in Torquato Tasso, Dialoghi, edizione critica a cura di Ezio Raimondi, Firenze, Sansoni, 1958, vol. I
    (pp. 13-16; 80-83)
  • Gigante 2007 = Claudio Gigante, Tasso, Roma, Salerno, 2007
    (pp. 225; 235)
  • Papi 2015 = Fiammetta Papi, Sulla semantica della cortesia. Riflessioni su una definizione dantesca, in «Italianistica: Rivista di letteratura italiana», XLIV, 2, 2015, pp. 209-221
    (pp. 218-221)
  • Perotti 2019 = Diego Perotti, Alcune riflessioni sul Floridante di Bernardo Tasso, in «Italianistica», XLVIII, 1, 2019, pp. 97-106
    (p. 105)
  • Vagni 2019a = Giacomo Vagni, Fra realtà biografica e verosimile letterario. Primi appunti sui personaggi dei Dialoghi di Tasso, in «Imitazione di ragionamento». Saggi sulla forma dialogica dal Quattro al Novecento, a cura di Vincenzo Caputo, Milano, Franco Angeli, 2019, pp. 127-138
    (pp. 136-137)
  • Russo 2022 = Emilio Russo, Torquato Tasso, in Autografi dei letterati italiani. Il Cinquecento. III, a cura di Matteo Motolese, Paolo Procaccioli, Emilio Russo (con la consulenza paleografica di Antonio Ciaralli), Roma, Salerno, 2022
    (pp. 384; 386)
  • Motta 2023 = Uberto Motta, I Dialoghi, in Tasso, a cura di Emilio Russo e Franco Tomasi, Roma, Carocci, 2023, pp. 159-187
    (pp. 169-170)

Risorse correlate
Edizione del testo in preparazione

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