Tragedia non finita

Insieme editoriale: Teatro

Abbozzo di tragedia, interrotto alla scena II del secondo atto e privo di cori.

In un’ambientazione nordica, che consente a Tasso maggiore libertà inventiva, si svolge la vicenda di Galealto re di Norvegia (poi Torrismondo, re di Gozia, nella tragedia omonima) che si consuma nel contrasto tra la magnanima amicizia con Torindo re dei Goti (in seguito Germondo, re di Svezia) e l’amore di entrambi per Alvida, principessa di Svezia (poi di Norvegia).

Il frammento lascia intravedere, pur nel limitato sviluppo, il nucleo del dramma: Galealto ha chiesto e ottenuto in sposa Alvida con l’intenzione di cederla all’amico Torindo, impossibilitato a sposare la principessa per l’ostilità del re di Svezia. Durante un naufragio nel viaggio verso la Norvegia, Galealto si congiunge con Alvida in «furtive nozze», cedendo alla passione ineludibile accesa dall’amore di Alvida, la quale pensa di avere dinanzi il futuro sposo. Galealto, dunque, si trova lacerato dalla colpa di un duplice tradimento: verso Torindo per essere venuto meno all’onore che regola il codice cavalleresco, avendo infranto il loro patto, e verso Alvida, inconsapevole dell’inganno. Sul progetto di Galealto di far sposare Torindo con la sorella Rosmonda, aspirante a una vita claustrale ma costretta a cedere per ragioni stato sotto consiglio della madre Filena (poi divenuta la Regina madre), si interrompe la prima stesura.

In questo iniziale esperimento tassiano nel genere tragico, che imponeva tanto un confronto con le norme della Poetica di Aristotele e i modelli greco-latini quanto con i recenti tentativi sul versante volgare, emergono già in maniera nitida alcuni dei temi che saranno ripresi e amplificati nel lungo percorso compositivo che porterà al Torrismondo. Solo il motivo dell’incesto di Galealto e Alvida, annunciato da presentimenti e spie linguistiche, doveva probabilmente avere una centralità maggiore nella tragedia «non finita» sul modello della Canace di Sperone Speroni.

Titoli alternativi
  • Galealto Re di Norvegia (Solerti 1891-1895, vol. III, pp. CXXIII-CXXIV)
Struttura

Atto primo (vv. 1-913); Atto secondo (vv. 914-1197).

Storia del testo

La prima fase di composizione della tragedia, presto interrotta, viene ancorata tradizionalmente alla prima metà degli anni Settanta, nel pieno della stagione ferrarese. Pierantonio Serassi ipotizza una stesura conseguente al successo dell’Aminta intorno al 1573-1574 (Serassi 1790, vol. I, pp. 207-208), mentre Solerti propone di collocarla durante il soggiorno di Tasso a Belvedere nel 1573, seguito all’allestimento scenico della favola pastorale (Solerti 1895, vol. I, pp. 185-186).

È verosimile tuttavia, come è stato sostenuto più di recente (Gigante 2007, pp. 268-270; Verdino 2007, pp. 7-21), che l’avvio di una tragedia vada spostato più avanti, nei primi anni di reclusione a Sant’Anna. L’unico valido termine cronologico ante quem, infatti, è contenuto in una lettera a Maurizio Cataneo dell’11 giugno 1581 (Lettere, ed, Guasti, 164), dove la scrittura della tragedia – non ancora ultimata – è legata alle pratiche della liberazione e al nome del principe di Mantova Vincenzo Gonzaga, incontrato nell’estate del 1579 (Solerti 1895, vol. I, p. 319). La tragedia «non finita» andrebbe perciò a costituire un complesso di opere di omaggio diretto o indiretto al principe, insieme alla prima versione del dialogo Il Messaggiero e al Discorso della virtù feminile e donnesca, dedicato ad Eleonora d’Austria madre di Vincenzo (nell’ambito di questa ultima riflessione acquistano senso i riferimenti al v. 121 alla «donnesca onestà», poi divenuta nel Torrismondo, al v. 133, «santa onestà» e alle «virtù donnesche» evocate da Rosmonda al v. 1008, poi scomparse nella versione finale).

In una lettera ad Apostolo Zeno, scritta il 28 marzo 1735, Lodovico Antonio Muratori dava notizia dei manoscritti di alcune opere tassiane conservati a Modena (oggi quasi tutti presso la Biblioteca Estense Universitaria e l'Archivio di Stato di Modena), tra i quali uno contenente la «Tragedia imperfetta» (Solerti 1895, vol. II, Appendice, XXI, p. 500), che già al tempo di Solerti risultava irreperibile (Solerti 1892, p. 65; Martignone 1987, pp. 190-191).

L’abbozzo viene pubblicato nel 1582 con il titolo di Tragedia non finita nella Parte seconda delle Rime, edita a Venezia da Aldo Manuzio il giovane che la dedica con una lettera del 7 ottobre 1581 a Ercole Cato (Tasso 1582a). Il titolo Galealto Re di Norvegia, invece, è stato coniato da Solerti, sebbene esso – come quello di Tragedia non finita – non trovi riscontro nella volontà d'autore (Martignone 1987, p. 188).

Date di elaborazione

1580-1582


Relazioni

Prima edizione
  • Tasso 1582a = Torquato Tasso, Delle Rime del Signor Torquato Tasso. Parte seconda. Insieme con altri componimenti del medesimo, In Vinegia, [Aldo Manuzio il giovane], 1582
    (pp. 56-96)

Edizione di riferimento
  • Tasso 1993b = Torquato Tasso, Il Re Torrismondo, a cura di Vercingetorige Martignone, [Milano-]Parma, Fondazione Pietro Bembo-Ugo Guanda, 1993
    (Appendice, pp. 251-285)

Bibliografia
  • Serassi 1790 = Pietrantonio Serassi, La vita di Torquato Tasso scritta dall'abate Pierantonio Serassi, Bergamo, Locatelli, 1790
    (vol. I, pp. 207-208)
  • Solerti 1892 = Angelo Solerti, Appendice alle opere in prosa di Torquato Tasso, Firenze, Successori Le Monnier, 1892
    (p. 65)
  • Solerti 1895 = Angelo Solerti, Vita di Torquato Tasso, Torino-Roma, Loescher, 1895
    (vol. I, pp. 185-186; 319; vol. II, Appendice, XXI, p. 500)
  • Martignone 1987 = Vercingetorige Martignone, Per l’edizione critica del Torrismondo di Torquato Tasso, in «Studi di filologia italiana», XLV, 1987, pp. 151-196
  • Martignone 1993 = Vercingetorige Martignone, Introduzione; Nota al testo; Nota bibliografica; Nota biografica, in Torquato Tasso, Il Re Torrismondo, a cura di Vercingetorige Martignone, [Milano-]Parma, Fondazione Pietro Bembo-Ugo Guanda, 1993, pp. IX-XXVII; XXIX-XLI; XLIII-XLVI; XLVII-LI
  • Verdino 2007 = Stefano Verdino, Il Re Torrismondo e altro, Alessandria, Edizioni dell'Orso, 2007
  • Gigante 2007 = Claudio Gigante, Tasso, Roma, Salerno, 2007
    (pp. 268-274)
  • Gallo 2018 = Valentina Gallo, Sulla Tragedia non finita di Tasso. Da Alvida a Re Torrismondo, in «Studi tassiani», LXVI, 2018, pp. 103-119

Risorse correlate
Edizione del testo in preparazione

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