Il secretario

Insieme editoriale: Trattati, discorsi, orazioni

Programmaticamente dedicati a Cesare d’Este, erede designato del duca di Ferrara Alfonso II, i due trattati Del secretario sono rivolti il primo a Torquato Rangoni, gentiluomo modenese al servizio della corte estense, e il secondo ad Antonio Costantini, segretario dell’ambasciatore fiorentino a Ferrara Camillo Albizi.

Il primo trattato si muove tra la descrizione del ritratto del perfetto segretario e la definizione di una teoria dell’arte epistolare, segnando un punto di svolta in una riflessione cruciale nell’ultimo quarto del Cinquecento – non priva di riflessi autobiografici – e inserendosi in una materia di interesse montante, sistematizzata per la prima volta da Francesco Sansovino (1564).

Il segretario è per Tasso interprete ed esecutore della volontà del principe, perciò l’arte del segretario richiede il saper parlare e scrivere con eloquenza e il saper agire con prudenza, tanto dentro i meccanismi della corte, quanto sul campo di battaglia. Nelle opere di Cicerone, oratore ed epistolografo, soprattutto autore delle Epistulae ad familiares e delle epistole ad Attico, Tasso individua una guida essenziale per l’apprendimento delle virtù dell’eloquenza e della prudenza utili al segretario. Si tratta di un modello di scrittura e di comportamento sul versante pubblico e su quello privato, tuttavia è necessario adeguarlo alle circostanze mutate, a un contesto nel quale il segretario è un subordinato «figliuolo dell’ubedienza», e affinarlo con l’esperienza.

Tasso definisce poi come ufficio proprio del segretario, da un lato, dimostrare al padrone le proprie virtù di fede e segretezza, dall’altro quello di ottenere la grazia del principe. Per questo l’arte segretariale è definita come una «scienza delle cose che deono esser tenute secrete e rivelate», orientata sia a un dosaggio del dicibile sia a un calcolo degli scenari probabili: un’arte che richiede una cognizione della realtà presente, quindi il possesso di diversi rami del sapere (dall’oratoria alla filosofia fino all’arte dello stato), e insieme una capacità di previsione del futuro.

Sono le stesse competenze che il segretario deve adoperare nella scrittura epistolare, strumento di comunicazione in grado di fissare – anche presso i posteri – l’immagine del principe e dello stesso segretario. Tasso si sofferma in particolare sulla definizione di due tipologie epistolari: la lettera come «espressione d’amore», propria di una comunicazione familiare e aperta a uno scambio tra pari, e la lettera come «significazione di onore», che pertiene all’ambito cortigiano ed è legata al rispetto delle consuetudini del tempo (come i titoli onorifici). Da ultimo, sono discussi la scelta della materia in relazione al destinatario, il conseguente livello stilistico e la giusta lunghezza di una lettera.

Il secondo trattato affronta in modo più conciso gli argomenti del primo, espandendo soprattutto il discorso sull’adeguamento dello stile epistolare ai destinatari, sulla scorta dei Commentari di Pier Vettori al De elocutione dello pseudo-Demetrio, ma con una decisa apertura allo stile magnifico e veemente. In particolare, in questa seconda parte vengono ribaditi due aspetti essenziali della attività segretariale: la necessità, sul fronte privato, di fondare il rapporto con il principe sulla verità e l’esigenza, nella relazione del segretario con la sfera pubblica, di mantenere intatta la patente di fedeltà.

Struttura

L'opera si compone di due trattati: Trattato primo e Trattato secondo.

Storia del testo

Poche sono le notizie sulla stesura dei due trattati, dei quali non è rimasta alcuna traccia manoscritta (Minesi 1985, p. 135). È probabile che il primo sia stato composto nell’ultimo periodo della reclusione ferrarese (Solerti 1895, vol. I, pp. 511; 517; Gigante 2007, p. 234). Lo scritto è infatti inviato da Mantova il 7 ottobre 1586 ad Antonio Costantini, presumibilmente mediatore del recapito a Torquato Rangoni (Lettere, ed. Guasti, 661), con il desiderio che fosse stampato insieme a una scelta di lettere; progetto che si realizzerà solo nel 1588, forse su spinta dello stesso Costantini, con la ristampa veneziana del primo volume delle Familiari tassiane e del Secretario presso Giacomo Vincenti (Resta 1957, pp. 40-41; 104-106).

In una lettera a Costantini del 31 ottobre 1586, Tasso afferma di allegare il primo trattato – probabilmente una copia parziale arricchita di alcune correzioni – unitamente al secondo, scritto di propria mano e quindi bisognoso di una trascrizione in bella copia in prospettiva della stampa (Lettere, ed. Guasti, 672). A breve distanza di tempo, il 6 novembre, Tasso avverte Costantini che nella copia inviatagli del primo trattato è omesso un passaggio da recuperare dal manoscritto completo in mano di Torquato Rangoni (ivi, 674). Il 22 novembre Tasso ringrazia Costantini per la copia ricevuta e la rimanda nuovamente, suggerendo di accostare nella stampa i due trattati al dialogo Il Malpiglio overo de la corte (ivi, 688). Nel frattempo, il 18 novembre, Tasso inviava una copia del primo trattato al principe di Mantova Vincenzo Gonzaga (Lettere, ed. Solerti, LXI). In data 30 novembre Tasso trasmette un’aggiunta a Costantini e il 9 dicembre concede il consenso per la stampa dei due trattati, proponendo di accompagnarli con il dialogo Il Messaggiero o ancora con Il Malpiglio; mentre il 14 dicembre dà notizia di aver apportato ulteriori correzioni (Lettere, ed. Guasti, 701; 704; 707).

Sono le ultime sistemazioni di cui si ha traccia prima della stampa dei due trattati nel 1587 (Tasso 1587b), preceduti da una dedica di Tasso a Cesare d’Este del 17 gennaio 1587 e da un sonetto di Costantini all’autore. Allo stesso anno risalgono due ristampe importanti dell’opera: una nella Parte quinta e sesta delle Rime e Prose (Ferrara, Vasalini), curata da Giovan Battista Licino (Tasso 1587d) e apparsa con dedica del 24 marzo 1587 di Giulio Vasalini; l’altra sempre a Ferrara presso lo stampatore ducale Vittorio Baldini.

Date di elaborazione

1586


Prima edizione
  • Tasso 1587b = Torquato Tasso, Il secretario del Signor Torquato Tasso. Diviso in duoi Trattati. All’Illustrissimo et Eccellentissimo Signor Don Cesare d’Este, In Ferrara, appresso Giulio Cesare Cagnacini et Fratelli, 1587

Edizione di riferimento
  • Tasso 1875 = Torquato Tasso, Le prose diverse di Torquato Tasso nuovamente raccolte ed emendate da Cesare Guasti, Firenze, Successori Le Monnier, 1875
    (vol. II, pp. 251-277)

Bibliografia
  • Tasso 1587d = Torquato Tasso, Dialoghi e discorsi del Signor Torquato Tasso sopra diversi soggetti. Di nuovo posti in Luce e da lui riveduti e corretti. Dialogo Della Poesia Toscana. Per ordine alle sue Prose. Quinta Parte, in Torquato Tasso, Gioie di rime e prose del Signor Torquato Tasso. Nuovamente poste in luce per ordine dell’altre sue opere. Quinta e sesta parte, In Venetia, ad istanza di Giulio Vasalini Libraro in Ferrara, 1587
  • Solerti 1895 = Angelo Solerti, Vita di Torquato Tasso, Torino-Roma, Loescher, 1895
    (vol. I, pp. 511; 517)
  • Resta 1957 = Gianvito Resta, Studi sulle lettere del Tasso, Firenze, Le Monnier, 1957
    (pp. 40-41; 104-106)
  • Minesi 1985 = Emanuela Minesi, Indagine critico-testuale e bibliografica sulle Prose diverse di T. Tasso. Parte seconda: Le prose di argomento vario, in «Studi tassiani», XXXIII, 1985, pp. 125-142
    (pp. 135-136)
  • Gigante 2007 = Claudio Gigante, Tasso, Roma, Salerno, 2007
    (pp. 234-235)
  • Magalhães 2008 = Anderson Magalhães, «Uno scrittore di cose secrete»: la fortuna de Il Secretario di Torquato Tasso fra Italia e Francia, in «Il Segretario è come un angelo». Trattati, raccolte epistolari, vite paradigmatiche, ovvero come essere un buon segretario nel Rinascimento, a cura di Rosanna Gorris Camos ; con la collaborazione di Sara Arena e Laura Colombo, Fasano, Schena, 2008, pp. 109-142
  • Longo 2000b = Nicola Longo, Il Segretario di Torquato Tasso, in Studi sul Manierismo letterario: per Riccardo Scrivano, a cura di Nicola Longo, Roma, Bulzoni, pp. 155-172

Risorse correlate
Edizione del testo in preparazione

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