Lettera sul matrimonio

Insieme editoriale: Lettere

La lettera tassiana nasce in risposta a un trattatello contro le donne e il matrimonio composto dal cugino Ercole Tasso, sposatosi nell’estate del 1585. Si tratta di uno scritto d’occasione, pensato anche come dono nuziale, che contamina la forma epistolare con il genere del discorso, affrontando con un taglio argomentativo e speculativo una materia che era stata al centro di polemica dall’età classica e lo era ancora negli ambienti cortigiani e accademici cinquecenteschi.

Lo scopo della replica, dichiarata in esordio, non è polemizzare con Ercole e mostrare la fallacia delle ragioni difese nello scritto, ma farlo desistere dalle sue posizioni ideologiche – del resto smentite dall’atto di aver preso moglie – e costruire un unico ragionamento che tragga alimento dall’impalcatura argomentativa del cugino senza distruggerla. Per descrivere il procedimento adottato è usata l’immagine dell’innesto arboreo: in questo senso, Torquato riprende le auctoritates citate dal cugino in biasimo delle donne e del matrimonio, fa riferimento a luoghi diversi delle opere degli stessi autori e aggiunge a supporto altre autorità antiche e moderne, sostenendo la difesa delle donne e la pari dignità della loro virtù, complementare a quella maschile, con accenti che si avvicinano al Discorso della virtù feminile e donnesca.

In quanto principio armonico, di unità tra parti in sé incomplete, il matrimonio è considerato non solo come il fondamento generativo e civile del consorzio umano, ma è ricondotto a un’origine divina, sulla scorta di Dante, riflettendo lo sposalizio dell’anima con il corpo; un legame quindi inscindibile e di natura celeste che per Tasso esclude una subalternità naturale ed etica (sebbene non sociale) della donna.

Stabilite le condizioni per prendere moglie (beni dell’animo, del corpo e materiali), Tasso assume la voce del cugino e conclude il testo con un elogio del matrimonio, costruito sull’impianto degli inni greco-latini a Imeneo, che individua nel legame coniugale un embrione di eternità per la possibilità di perpetuarsi nella discendenza, secondo un principio affermato anche nella Lettera consolatoria all’Albizi.

Titoli alternativi
  • Discorso in lode del matrimonio (Tasso 1586d)
  • Discorso del maritarsi (Tasso 1587d, c. 190v)
Storia del testo

Appresa la notizia delle nozze di Ercole Tasso con la nobile bergamasca Lelia Agosti, celebrate intorno al settembre 1585 (Solerti 1895, vol. I, pp. 402-404; Tasso 2007, p. 3, n. 3), Torquato confeziona la lettera in risposta a un trattatello contro il matrimonio che il cugino aveva composto qualche tempo prima.

In una lettera del 18 dicembre 1585 (Lettere, ed. Guasti, 413), Torquato dà notizia al cugino di aver terminato «una lunga lettera o più tosto una picciola operetta del matrimonio», pensata sia come omaggio agli sposi insieme alla canzone Terra gentil, ch’inonda (Rime, 1251), sia per una diffusione pubblica, orientata a ottenere un sostegno per la liberazione dalla prigionia (Lettere, ed. Guasti, 417). Sempre scrivendo a Ercole, Torquato informa in una lettera non datata di aver consegnato il manoscritto a Giovan Battista Licino e chiede al destinatario di intervenire sulla copia del testo con una correzione (ivi, 415)

Nel frattempo, la lettera appare nel 1586 a Milano, in una edizione semiclandestina uscita per i tipi di Pietro Tini molto scorretta, con interventi arbitrari e priva delle aggiunte tassiane (Tasso 1586d; vd. Resta 1957, pp. 76-77).

Come dimostrato da Valentina Salmaso (2007, pp. XXXIX; XLII-LI), è la ristampa curata dal Licino all’interno della Quinta e sesta parte delle Gioite di rime e prose del 1587 (con dedica del 24 marzo, vd. Tasso 1587d) che, in assenza di una tradizione manoscritta superstite, tramanda la stesura più avanzata del testo, con alcuni ampliamenti che sono il frutto di una revisione d’autore condotta probabilmente, oltre che con concieri trasmessi per via epistolare, con delle postille apposte su un esemplare della princeps.

Date di elaborazione

settembre-ottobre 1585-marzo 1587


Prima edizione
  • Tasso 1586d = Torquato Tasso, Discorso in lode del matrimonio, et un dialogo d'Amore del Sign. Torquato Tasso, con una lettera intorno alla revisione, alla correttione et all'accrescimento della sua Gerusalemme, di nuovo posto in luce, In Milano, appresso Pietro Tini, [per Gio. Batista Colonio], 1586
    (pp. 7-59)

Edizioni di riferimento
  • Tasso 1852-1855 = Torquato Tasso, Le lettere disposte per ordine di tempo ed illustrate da Cesare Guasti, Firenze, Le Monnier, 1852-1855
    (vol. II, 414, pp. 403-420)
  • Tasso 2007 = Torquato Tasso, Lettera sul matrimonio. Consolatoria all’Albizi, a cura di Valentina Salmaso, Roma-Padova, Antenore, 2007
    (pp. 1-41)

Bibliografia
  • Tasso 1587d = Torquato Tasso, Dialoghi e discorsi del Signor Torquato Tasso sopra diversi soggetti. Di nuovo posti in Luce e da lui riveduti e corretti. Dialogo Della Poesia Toscana. Per ordine alle sue Prose. Quinta Parte, in Torquato Tasso, Gioie di rime e prose del Signor Torquato Tasso. Nuovamente poste in luce per ordine dell’altre sue opere. Quinta e sesta parte, In Venetia, ad istanza di Giulio Vasalini Libraro in Ferrara, 1587
    (cc. 190v-203v)
  • Resta 1957 = Gianvito Resta, Studi sulle lettere del Tasso, Firenze, Le Monnier, 1957
    (pp. 76-77)
  • Salmaso 2007 = Introduzione; Nota ai testi; Nota bibliografica, in Torquato Tasso, Lettera sul matrimonio. Consolatoria all’Albizi, a cura di Valentina Salmaso, Roma-Padova, Antenore, 2007, pp. VII-XXXVIII; XXXIX-LVI; LVII-LXI

Risorse correlate
Edizione del testo in preparazione

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