Due questioni amorose

Insieme editoriale: Trattati, discorsi, orazioni

Inserito nel filone delle speculazioni sulla casistica amorosa, sperimentato da Tasso su un ventaglio ampio di generi letterari, il discorso si confronta con due dilemmi: se l’amante, consapevole di non potersi congiungere un’ultima volta con l’amata, possa cessare il servizio amoroso e quali siano in quel caso le sofferenze patite.

La scelta della forma discorsiva, che offre in realtà l’occasione di definire per contrasto il genere del dialogo, è giustificata in esordio al destinatario – il gentiluomo modenese Torquato Rangoni – con l’esigenza di parlare in prima persona, riportando le proprie opinioni in materia e non quelle altrui.

Quanto alla prima questione, Tasso dimostra che l’amante, pur preso dalla passione, conserva il dominio della sfera razionale e non può essere considerato intemperante. Al contrario, puntellando l’argomento su citazioni colte da Ovidio, Dante e Petrarca, l’amore viene ricondotto da Tasso all’incontinenza, perciò il servizio amoroso persiste fino a quando dura lo stato di sopraffazione degli affetti nell’intimo di chi ama. Secondo Tasso, dunque, solo una volta moderate le passioni è possibile per l’amante sciogliere il legame e il servizio amorosi.

Circa il secondo punto, la condizione di un amante deciso ad abbandonare la propria donna viene paragonata da Tasso all’effetto del movimento dei pianeti sugli agenti atmosferici, creando un contrasto tra ragione e sensi che prende forma di lacrime e sospiri, ma anche di sentimenti di ira o di sdegno. Questa impasse, provocata dalla «tempesta degli affetti», può essere risolta per Tasso solo rivolgendosi a Dio, unico porto sicuro nel mare dell’esistenza.

Storia del testo

Non sono noti con chiarezza i tempi e le circostanze della composizione, tuttavia, l’accenno interno al testo alla lettura di un discorso sulla stessa materia di Livio Rovegli (vd. Lettere, ed. Guasti, 908; Solerti 1895, vol. I, pp. 371; 567; vol. II, CLXX, p. 199), sodale di Torquato Rangoni, rende possibile considerare l’operetta tassiana quale parte di un più ampio scambio intellettuale tra gentiluomini sopra questioni filosofiche.

Una copia del testo è serbata alle cc. 215r-216v del codice Vat. Lat. 8662a della Biblioteca Apostolica Vaticana, un tempo considerato autografo (Solerti 1892, p. 458, agg. a p. 57; Minesi 1985, p. 134; vd. la disattribuzione in Russo 2022, p. 376). Si tratta di una redazione in pulito, con qualche correzione e con l’indicazione solo del giorno e del mese di stesura (13 maggio). Nel corso del XIX secolo è stata segnalata inoltre l’esistenza di una copia coeva posseduta da Vincenzo Lazari, presso il Museo Correr (si veda l’aggiunta di Cesare Guasti in Serassi 1858, vol. II, p. 372; Solerti 1892, p. 67).

È probabile, raccogliendo le tracce indiziarie dalle lettere tassiane, che questa e altre «operine» fossero affidate a Giovan Battista Licino per la stampa, insieme ad alcuni dialoghi e a una selezione di rime (Lettere, ed. Guasti, 500; ivi, 511). Prive di data sono alcune lettere tassiane al Licino di sondaggio sull’effettiva realizzazione dell’iniziativa editoriale (ivi, 486; ivi, 514; ivi, 573) e una di biasimo per la scorrettezza della stampa (ivi, 503).

Il dettaglio dell’anno, 1586, appare nella prima edizione del discorso all’interno della Quarta parte delle Rime e prose, promossa da Licino ed edita per Vasalini a Venezia, con dedica del 1° aprile 1586 (Tasso 1585b).

Date di elaborazione

1586


Prima edizione
  • Tasso 1586b = Torquato Tasso, Dialoghi et discorsi del Sig. Torq. Tasso. In diverse materie. Nuovamente posta in luce, in Torquato Tasso, Delle Rime et Prose del Sig. Torquato Tasso. Parte quarta. Di nuovo posta in luce, con gli Argomenti dell’istesso Autore, In Venetia, appresso Giulio Vasalini, 1586
    (cc. †2r-†5r)

Edizione di riferimento
  • Tasso 1875 = Torquato Tasso, Le prose diverse di Torquato Tasso nuovamente raccolte ed emendate da Cesare Guasti, Firenze, Successori Le Monnier, 1875
    (vol. II, pp. 227-230)

Bibliografia
  • Serassi 1858 = Pierantonio Serassi, La vita di Torquato Tasso scritta dall'abate Pierantonio Serassi, terza edizione curata e postillata da Cesare Guasti, Firenze, Barbèra, Bianchi e comp., 1858
    (vol. II, p. 372)
  • Solerti 1892 = Angelo Solerti, Appendice alle opere in prosa di Torquato Tasso, Firenze, Successori Le Monnier, 1892
    (pp. 67; 458, aggiunta a p. 57)
  • Solerti 1895 = Angelo Solerti, Vita di Torquato Tasso, Torino-Roma, Loescher, 1895
    (vol. I, pp. 371; 567; vol. II, CLXX, p. 199)
  • Minesi 1985 = Emanuela Minesi, Indagine critico-testuale e bibliografica sulle Prose diverse di T. Tasso. Parte seconda: Le prose di argomento vario, in «Studi tassiani», XXXIII, 1985, pp. 125-142
    (p. 134)
  • Russo 2022 = Emilio Russo, Torquato Tasso, in Autografi dei letterati italiani. Il Cinquecento. III, a cura di Matteo Motolese, Paolo Procaccioli, Emilio Russo (con la consulenza paleografica di Antonio Ciaralli), Roma, Salerno, 2022
    (p. 376)
Edizione del testo in preparazione

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