Lettera n. 890

Tasso si scusa con Claudio Albani per il ritardo della risposta alla sua lettera, consegnatagli dal «signor Panizza» (forse Valente Panizza). Racconta della difficoltà che incontra ultimamente nello scrivere versi e con questo giustifica la distanza di tempo intercorsa tra la promessa e la realizzazione dei due sonetti commissionati dal destinatario. Confida di aver aspettato invano da Roma le risposte del cardinale Giovan Gerolamo Albani e dell'abate Giovan Battista Albani e di non aver ottenuto risultati dalle raccomandazioni inviate per lui da alcuni gentiluomini bergamaschi (probabilmente a Vincenzo Gonzaga). Tasso si sente insoddisfatto, annoiato, insicuro: per questo, forse, tornerà a Bergamo, evitando di mandare a Roma altre richieste di favori che, come le precedenti, non verrebbero ascoltate. Conclude promettendo che invierà presto i sonetti richiesti.